Direttiva qualità dell’aria Ue a rischio: ecco cosa sta accadendo
La data per l’entrata in vigore dei nuovi limiti previsti dalla Direttiva sulla Qualità dell’Aria Ambientale Ue rischia di slittare di 10 anni. Lo rileva un documento visto da Euronews.
Secondo quanto riporta il network d’informazione, i governi nazionali e il Parlamento europeo sono in disaccordo su quanto e quanto velocemente inasprire i limiti dell’inquinamento atmosferico in Europa.
I governi europei propendono per un periodo di transizione, che potrebbe posticipare di 10 anni l’attuazione della nuova normativa sull’inquinamento atmosferico, inizialmente programmata per il 2030, spostandola così al 2040. Non solo, anche altre questioni, come la durata dell’elaborazione dei piani, l’attuazione e l’aggiornamento, dividono i colegislatori.
Il Belgio, detentore della presidenza del Consiglio dell’Ue, spera di raggiungere un accordo prima delle elezioni europee di giugno, in un quarto round di colloqui previsti a Bruxelles il 20 febbraio.
Cosa prevede la Direttiva Ue e le ultime proposte d’attuazione
La normativa sulla qualità dell’aria Ue stabilisce che i Paesi dell’Unione Europea debbano mantenere bassi i livelli di determinati inquinanti nell’atmosfera, come ad esempio il particolato fine (PM) o gli ossidi di azoto (NOx), al di sotto di certi limiti prefissati. Nel caso in cui questi limiti vengano superati, i governi devono formulare piani specifici per migliorare la qualità dell’aria e garantire che ritorni rapidamente entro i parametri stabiliti dall’UE.
Già nel 2022, la Commissione europea ha avanzato una proposta di rivedere la normativa sull’aria dell’Unione. Tale proposta prevedeva l’ambizioso obiettivo di eliminare completamente l’inquinamento atmosferico entro il 2050, con standard di qualità dell’aria entro il 2030 che, seppur più prossimi, non erano in piena conformità con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Anche il Parlamento, al momento dell’adozione della sua posizione negoziale lo scorso settembre, aveva concordato sulla necessità di allungare i tempi, reputando la scadenza proposta troppo imminente e proponendo un termine al 2035.
Ad oggi, secondo le ultime rilevazioni, “il Parlamento ha indicato che considererebbe la possibilità di accettare un periodo di transizione di dieci anni se l’esenzione fosse accompagnata da ‘condizioni molto più severe’ e misure di salvaguardia”.
Altri punti della controversia sulla nuova Direttiva Ue
Anche sul livello di inquinamento atmosferico accettabile nell’Unione Europea, il Parlamento e il Consiglio hanno opinioni divergenti. Ad esempio, per quanto riguarda il particolato fine (PM2.5), il Consiglio è d’accordo con la proposta della Commissione di ridurre la media annua massima da 25 a 10µg/m³ entro il 2030. Tuttavia, gli eurodeputati insistono affinché il blocco si allinei alle più recenti raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che stabiliscono un limite massimo di soli 5µg/m³.
Esenzioni e altre richieste
Alcuni governi stanno inoltre cercando esenzioni dai limiti di inquinamento in situazioni in cui il reddito familiare e il PIL sono al di sotto della media dell’UE per le famiglie a basso reddito e il PIL nazionale è inferiore alla media dell’UE. Questa proposta è stata tuttavia respinta dal Parlamento.
La Presidenza belga suggerisce invece modifiche relative al riscaldamento domestico nelle zone a basso reddito e propone disposizioni che consentirebbero a uno Stato membro di adeguarsi sviluppando piani per raggiungere le soglie di inquinamento entro il 2040.
Durante la riunione preparatoria del 14 febbraio, la Romania, la Lettonia, la Polonia, Malta, Cipro e la Bulgaria hanno espresso disappunto per gli sforzi della Presidenza belga nell’accogliere le preoccupazioni del Parlamento sulla nuova direttiva per la qualità dell’aria Ue, gettando così le basi per i negoziati interistituzionali che si terranno a Bruxelles la prossima settimana, secondo quanto riferito da una fonte diplomatica ad Euronews.
Olga Rueda Molina, consulente politico del capo negoziatore del Parlamento, Javi López, ha dichiarato a Euronews che c’è la possibilità di un riavvicinamento. “Siamo fiduciosi di poter fare progressi nei negoziati e di poter affrontare quella che è la più grande minaccia ambientale per la salute pubblica: l’inquinamento“, ha dichiarato.
Un possibile accordo tra Parlamento e Consiglio Ue
Mentre la Presidenza belga dice di essere consapevole del delicato equilibrio raggiunto nel mandato iniziale del Consiglio, dichiara che un accordo sarà possibile solo se i governi sono disposti a mostrare “una certa flessibilità” nel muoversi verso la posizione del Parlamento.
“La Presidenza [belga] è consapevole che questi requisiti comporteranno un onere amministrativo aggiuntivo per gli Stati membri, ma è anche convinta che alcune concessioni dovranno essere fatte al Parlamento [riguardo al rinvio della scadenza e delle esenzioni] al fine di preservare gli elementi essenziali per il Consiglio,” si legge nel documento negoziale interno.
Un diplomatico di una delle delegazioni nazionali presso l’UE ha proposto un potenziale compromesso. “Accetteremmo la proposta della Presidenza [belga] sui piani per la qualità dell’aria se gli oneri amministrativi fossero ridotti“, ha detto la fonte a Euronews.
Le critiche degli attivisti
Gli attivisti per l’aria pulita criticano la posizione del Consiglio nei colloqui in relazione alla Direttiva sulla qualità dell’aria Ue. Sophie Perroud, coordinatrice delle politiche UE presso la Health & Environment Alliance (HEAL), ha criticato il tentativo di far passare una serie di esenzioni, rilevando che nega l’urgenza di affrontare l’inquinamento atmosferico. “I ritardi decennali autorizzati comporterebbero danni continui alla salute, che potrebbero essere prevenuti, e un aumento delle disuguaglianze in campo sanitario, senza dimenticare l’elevato onere economico dei costi sanitari per i paesi già sotto pressione economica – ha dichiarato Perroud a Euronews – Questo non può essere il messaggio che l’UE sta inviando alle persone proprio prima delle elezioni dell’UE“.
Anche Legambiente è recentemente tornata a sollecitare l’urgente attuazione della nuova Direttiva sulla qualità dell’aria, esortando il Governo italiano a non “ostacolare ulteriormente questo percorso, evitando deroghe e clausole che possano giustificare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi”.
I rappresentanti dei governi Ue e il gruppo negoziale del Parlamento si incontreranno a Bruxelles il prossimo martedì, 20 febbraio, per una serie di colloqui. L’obiettivo è giungere a un accordo sulla legislazione sulla qualità dell’aria che il Belgio auspica di concludere prima delle elezioni europee previste per il prossimo giugno.
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