Direttiva Ue qualità dell’aria: l’accordo convince solo a metà
Accordo raggiuto tra le istituzioni Ue sulla nuova direttiva sulla qualità dell’aria. Tra le novità principali del testo ci sono limiti più severi per gli inquinanti come il particolato sottile Pm2,5. La misura è tesa a ridurre lo smog, responsabile, secondo le stime, di 300mila morti l’anno in Europa. I criteri di qualità dell’aria al 2030 si avvicinano dunque linee guida dell’Oms. (ANSA).
Risarcimenti per danni alla salute causati dall’inquinamento
L’accordo è stato siglato tra Europarlamento e Consiglio Ue sulla direttiva della qualità dell’aria non farà rientrare gli inquinanti nei limiti indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità prevede, inoltre, che chi subisce danni alla salute a causa dell’inquinamento atmosferico potrà essere risarcito in caso di violazione delle norme Ue da parte dei governi nazionali. Un tema di forte attualità. In particolare in questi giorni, dove il caso dello smog a Milano, ha generato una forte manifestazione di interesse verso “Aria Pulita”. Si tratta dell’azione legale, promosso dal network legale Consulcesi.
Braccio di ferro tra Ue e Stati membri
Il quadro d’insieme è in chiaroscuro. Il testo base, presentato a ottobre 2022 dalla Commissione presieduta da Ursula von der Leyen nel pacchetto ‘Zero Pollution’, ha fatto i conti con un braccio di ferro. Da un lato le richieste di una maggiore ambizione arrivate dal Parlamento europeo. Dall’altro quelle di una maggiore flessibilità invocate da diversi Stati. In prima fila proprio l’Italia della Pianura Padana, una delle aree con l’aria peggiore d’Europa, come confermato dall’ultimo rapporto annuale dell’Agenzia europea per l’ambiente.
47mila decessi prematuri in Italia per Pm2.5
Per Legambiente si tratta di una “Buona notizia per un Paese come l’Italia che conta 47mila decessi prematuri all’anno per PM2.5 su un totale europeo di 253.000 morti“. Dall’associazione arriva poi un appello al Governo Italiano. “Si agisca speditamente per il contrasto dell’emergenza smog tutelando la salute dei cittadini e delle cittadine, evitando deroghe o clausole che possano giustificare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi europei”
L’allarme del Report Mal Aria 2024
Secondo il report “Mal Aria di città 2024” redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign. Nel 2023, solo il 31% dei capoluoghi di provincia italiani è in linea con i nuovi limiti normativi previsti per il PM10 appena approvati dall’UE. Questi limiti entreranno in vigore nel 2030, percentuale che scende addirittura al 16% per quanto riguarda il PM2.5.
Appello di Legambiente al Governo:
“Al Governo ed alle regioni italiane – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – chiediamo di lavorare per colmare i ritardi e la fase di stallo in cui ci troviamo da troppi anni. Serve un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone, evitando deroghe e clausole che possano giustificare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi. Per una riduzione delle concentrazioni di smog servono misure strutturali ed integrate. Necessario un ripensamento della mobilità urbana, implementando zone a basse e zero emissioni e ridisegnando lo spazio pubblico urbano con Città a 30 km/h e strade scolastiche. E ancora, un investimento massiccio nel trasporto pubblico locale, nell’aumento delle ciclabili e nell’elettrificazione di tutti i veicoli. Un ripensamento del riscaldamento domestico, dell’industria, dell’agricoltura e la zootecnia.”
Il rischio delle deroghe
“L’accordo provvisorio raggiunto dalle istituzioni UE – aggiunge Andrea Minutolo, responsabile scientifico Legambiente – riguarda una serie di sostanze inquinanti. Tra queste le particelle fini (PM2,5 e PM10), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2), benzo(a)pirene, arsenico, piombo e nichel, tra gli altri, e stabilisce standard specifici per ciascuno di essi. Ivalori limite annuali per gli inquinanti con il maggiore impatto documentato sulla salute umana, PM2,5 e NO2, verranno ridotti rispettivamente da 25 µg/m³ a 10 µg/m³ e da 40 µg/m³ a 20 µg/m³. Unica nota stonata la possibilità di richiedere da parte degli Stati membri, entro il 31 gennaio 2029 e per ragioni specifiche e a rigorose condizioni, un rinvio del termine per raggiungere i valori limite di qualità dell’aria. Speriamo che il nostro Paese non punti da subito solo sulle deroghe, ma agisca speditamente per uscire dalla cronica emergenza smog che caratterizza ampie porzioni del nostro territorio, a danno dei cittadini e delle cittadine che continueranno a respirare aria inquinata”.
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