Acciaio a zero emissioni contro la crisi climatica
L’acciaio a zero emissioni? Si può fare, dice il WWF, ed è urgente accelerare la transizione. Un materiale indispensabile per la società moderna, ma allo stesso tempo uno dei più inquinanti, la produzione di acciaio è tra quelle con il maggiore impatto climatico per via anche dell’altissima domanda di energia. Eppure, sottolinea il WWF, la decarbonizzazione del settore siderurgico è possibile, con le migliori tecnologie disponibili (a partire da quella DRI) basate sul biogas e sull’idrogeno verde. Per difendere davvero il settore manifatturiero e porsi alla testa della transizione è indispensabile un Piano Industriale Nazionale Coordinato, basato sullo sviluppo sostenibile e sulle fonti rinnovabili, in grado di integrare e armonizzare le iniziative di transizione del settore siderurgico, con una visione sistemica e una forte spinta all’innovazione, per arrivare all’acciaio a carbonio zero.
Produzione di acciaio causa emissione di 2,8 Gt di CO2 all’anno
Riconvertire il settore siderurgico, anche secondo anche le recenti indicazioni dell’Unione Europea, è sempre più necessario e passa per una transizione energetica rapida, governata e giusta. La produzione dell’acciaio fa parte dei cosiddetti settori industriali “hard to abate”, ovvero particolarmente difficili da decarbonizzare o riconvertire, sia perché impiegano un’ingente quantità di energia nelle fasi produttive sia perché si basano su processi che, per loro natura, generano molta anidride carbonica e sostanze inquinanti. Queste emissioni sono dovute al consumo di combustibili fossili (soprattutto carbone, specie nell’acciaio primario, cioè non derivante dalla lavorazione dei rottami, ma anche gas), necessari per la trasformazione del minerale di ferro in acciaio, e hanno un impatto diretto sulla salute delle persone. La produzione mondiale dell’acciaio è responsabile dell’emissione di 2,8 Gt di CO2 all’anno, corrispondente a circa l‘8% (report IEA 2023) di tutte le emissioni legate all’energia.
Acciaio a zero emissioni fondamentale per neutralità climatica
“Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C dobbiamo raggiungere la neutralità climatica ben prima del 2050 su scala globale. Moltissimi studi dimostrano infatti che è possibile arrivare ben prima della metà del secolo a un sistema energetico basato esclusivamente su fonti rinnovabili. Abbiamo fissato al 2035 il possibile traguardo per avere energia elettrica completamente approvvigionata da fonti rinnovabili, ma dobbiamo lavorare in modo sistemico, anche laddove abbattere le emissioni è più difficile. Per riuscire a raggiungere questo importante obiettivo, tutti i settori dovranno abbattere e azzerare le proprie emissioni, compreso il settore siderurgico- afferma Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia-. La decarbonizzazione del settore siderurgico deve essere uno sforzo congiunto di diversi stakeholder: le aziende siderurgiche, le organizzazioni sindacali, le ONG e le istituzioni pubbliche. Il WWF intende favorire questo dialogo e sforzo collettivo”.
Le proposte del WWF
Il WWF suggerisce le azioni importanti che il governo dovrebbe intraprendere nel breve periodo (2024-2035), tra cui: l’incremento delle buone pratiche di economia circolare riciclando sempre più rottame ferroso (l’acciaio è infatti un materiale riciclabile all’infinito e il cui riutilizzo garantisce importanti risparmi energetici e minore inquinamento); l’efficientamento energetico e la riduzione dei consumi; incremento delle fonti rinnovabili per la produzione di elettricità. Tutte queste azioni mitigatrici devono essere accompagnate nel lungo periodo (2035-2050) dalla diffusione di tecnologie di produzione carbon-free.
Tra le migliori tecnologie, che potranno essere maggiormente sviluppate in futuro, la Direct Reduced Iron (DRI), è tra le più promettenti. Questa tecnologia può utilizzare l’idrogeno verde, prodotto da fonti di energia rinnovabile (solare ed eolica) come vettore energetico e agente riducente nella produzione dell’acciaio. Le prestazioni dell’intero processo, in termini di consumo energetico ed emissioni di CO2 risultano così nettamente migliori.
“È essenziale che il governo adotti un Piano Industriale Nazionale per raggiungere l’obiettivo di azzerare le emissioni prima del 2050, identificando il percorso per dare risposte urgenti e soddisfacenti anche alla domanda di salute delle comunità locali. Occorre orientare, integrare e armonizzare le varie iniziative di transizione del settore siderurgico, sia nella produzione primaria che secondaria, cercando d massimizzare i benefici economici, ambientali e sociali”, raccomanda Mariagrazia Midulla.
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