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In Africa le foreste hanno diritti legali

In Africa le foreste hanno diritti legali

In Gabon, un Paese dell’Africa Centrale, le foreste non sono solo un patrimonio naturale: sono considerate entità legali, con diritti inalienabili che le proteggono da sfruttamento e distruzione. Questo piccolo paese africano, ricoperto per l’88% da foreste, ha adottato un approccio unico per preservare i suoi ecosistemi, conferendo loro lo status di persone giuridiche. Questa visione, che armonizza la politica con la natura, sfida il paradigma tradizionale di sfruttamento economico delle risorse naturali.

Mentre molte nazioni continuano a registrare tassi allarmanti di deforestazione – basti pensare al Brasile, dove ogni anno scompaiono milioni di ettari di foresta – il Gabon rappresenta un esempio virtuoso. Qui, i boschi prosperano nonostante la crescente pressione economica. Questo risultato dimostra che proteggere gli ecosistemi non solo è possibile, ma può diventare un modello da replicare su scala globale.



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La crisi climatica e la necessità di un cambiamento

Il 2024 ha segnato un nuovo record di temperature, con eventi estremi che hanno devastato l’Europa e altre regioni del mondo. Questi segnali indicano che il modello economico attuale, nato con la rivoluzione industriale, ha superato i suoi limiti. Il capitalismo estrattivo, basato sullo sfruttamento senza limiti delle risorse naturali, sta portando il pianeta a un punto di non ritorno.

Sebbene il sistema abbia favorito progresso e benessere in passato, oggi separa il PIL dagli indici di qualità della vita e mette in pericolo l’ambiente. È quindi necessario un cambiamento radicale, che passi da una logica di sfruttamento a una visione che rispetti i limiti naturali del pianeta.

Un nuovo paradigma: dare diritti legali alla natura

Attribuire personalità giuridica alle foreste, come avviene in Gabon, è una strada che merita attenzione. Questo concetto non è solo pratico, ma ha profonde radici filosofiche. Pensatori come Bruno Latour e Michel Serres hanno immaginato un “contratto naturale” in cui la natura non è più una risorsa, ma una controparte con diritti e dignità. Esempi simili emergono altrove: in Nuova Zelanda, il fiume Whanganui è stato riconosciuto come persona giuridica. Questi approcci non solo tutelano gli ecosistemi, ma ridefiniscono il nostro rapporto con la natura, spingendo verso un modello economico più sostenibile.

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