Allarme ISDE sulla Direttiva per la qualità dell’aria
L’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE) ha inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente in merito alla Direttiva sulla qualità dell’aria, manifestando preoccupazione per la possibile proroga fino al 2040 da parte di alcuni paesi dell’Unione Europea nella riduzione degli inquinanti atmosferici.
Nella lettera congiunta, l’ISDE, insieme all’Associazione Italiana di Epidemiologia e a Cittadini per l’Aria, ha ribadito la necessità di concludere urgentemente i negoziati di revisione della direttiva, prima delle elezioni dell’UE di giugno. Eventuali deroghe porterebbero a disparità sanitarie all’interno nell’Unione Europea, nonché a migliaia di morti premature che potrebbero essere evitate.
Come spiegano allarmati dalle associazioni, durante il trilogo ancora in corso il Consiglio ha proposto la possibilità di concedere ai paesi Ue deroghe decennali per conformarsi ai limiti legalmente vincolanti sull’inquinamento atmosferico previsti dalla nuova Direttiva Ue sulla qualità dell’aria. Tali deroghe – avanzate durante il confronto interistituzionale informale che riunisce rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea con l’obiettivo di trovare un accordo provvisorio su una proposta legislativa – sarebbero determinate in base al Prodotto Interno Lordo (PIL) dei singoli paesi rispetto alla media dell’Unione Europea.
“Ciò potrebbe significare – avvertono dall’ISDE nella lettera indirizzata a Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – che quasi due terzi dei paesi dell’UE potrebbero posticipare la riduzione degli inquinanti atmosferici dannosi per la salute fino al 2040. A sua volta, ciò porterebbe inevitabilmente a crescenti disparità sanitarie nell’UE e a una grande diversione dal valore fondamentale dell’UE dell’uguaglianza”.
Il peso dell’inquinamento atmosferico
Secondo un recente rapporto dell’EEA, il più alto numero assoluto di morti premature nel 2021 a causa di PM2.5 è stato osservato in Polonia, Romania, Italia, Spagna e Germania. “Ebbene, – aggiungono i tecnici ISDE – tutti questi paesi, ad eccezione della Germania, sarebbero autorizzati a richiedere esenzioni per motivi di un PIL più basso se la norma proposta dal Consiglio passasse”.
Nella missiva congiunta, tecnici e cittadini ribadiscono che l’inquinamento atmosferico costituisce il principale rischio per la salute ambientale nell’Unione Europea. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente infatti, il 97% della popolazione urbana respira aria che è considerata malsana dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). “Ciò si traduce in centinaia di migliaia di morti premature e centinaia di miliardi di euro di costi sanitari ogni anno”, scrivono le associazioni. Per questo, “siamo fortemente preoccupati che l’approccio generale del Consiglio adottato nel novembre 2023 prolungherebbe e aggraverebbe inutilmente l’onere economico sanitario esistente e rafforzerebbe le disuguaglianze sanitarie”.
Gli standard di qualità dell’aria, basati su criteri scientifici, sono chiari: possono prevenire malattie, ridurre i costi sanitari e generare notevoli risparmi. “La Commissione Europea ha ampliamente specificato che i costi sanitari sono di gran lunga superiori ai costi degli interventi per ridurre le emissioni in diversi settori”, ricordano ancora dalle associazioni.
Ancora più significativa è la recente analisi che evidenzia come il rinvio attualmente ipotizzato nell’ambito della proposta del Consiglio comporterebbe la morte prematura di quasi 330.000 cittadini europei, un terzo dei quali nel nostro paese. Non solo, la Banca Mondiale, in una recente pubblicazione, riporta una stima del 3-4% del PIL per i costi sanitari causati dall’inquinamento da PM 2.5 nei Paesi ad alto reddito come l’Italia.
La chiamata per un “sostegno tangibile”
Per questo, concludono dall’ISDE in vista della discussione finale del trilogo sulla nuova Direttiva sulla qualità dell’aria in programma il 20 febbraio, “ci aspettiamo che venga consolidato l’impegno dell’Italia per l’aria pulita, come espresso nelle precedenti riunioni del Consiglio Ambiente, e che questo si manifesti in un sostegno tangibile per una veloce procedura di approvazione della AAQD evitando ritardi ed esenzioni”.
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