Carenza materie prime: le soluzioni ONU per un futuro sostenibile
L’incremento globale nel consumo di materie prime potrebbe raggiungere il 60% nei prossimi 35 anni, secondo quanto affermato nell’ultimo rapporto quinquennale dell’ONU sullo Sviluppo Globale delle Risorse. Questo allarme sulla futura carenza di materie prime arriva in un momento in cui l’industrializzazione, l’urbanizzazione e la crescita demografica hanno quadruplicato il consumo di risorse negli ultimi 50 anni, ponendo una sfida insostenibile per il nostro pianeta.
La necessità di ridurre la domanda
Il semplice cambiamento nella modalità di produzione globale per renderla più ecologica non è sufficiente. L’ONU sostiene che è fondamentale ridurre la domanda stessa. Questo messaggio è stato anticipato dal quotidiano britannico The Guardian, in vista della presentazione ufficiale del rapporto a febbraio.
Il nodo del consumo di materie prime
Una parte del problema risiede nelle tecnologie di transizione, come nel caso dell’elettromobilità. Le auto elettriche rappresentano una chiave di svolta per la decarbonizzazione del trasporto, ma comportano un aumento del 10 volte nel consumo di materie prime critiche rispetto alle auto a combustione interna. Sebbene le auto elettriche siano cruciali per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, il report avverte che l’estrazione di risorse per queste vetture potrebbe aumentare addirittura del 600% nei prossimi 15 anni.
Soluzioni per un futuro sostenibile
Il rapporto dell’ONU propone alternative per evitare che la transizione ecologica diventi uno sforzo insufficiente. Nel caso dell’elettromobilità, l’obiettivo non è abbandonare le auto elettriche, ma potenziare soluzioni alternative e complementari per rendere la mobilità più sostenibile. Il telelavoro, servizi locali più efficienti e modalità di trasporto a basse emissioni, come il treno e la bicicletta, sono solo alcune delle soluzioni suggerite. Applicare questa logica ad altre aree, come la crisi abitativa in Europa, suggerisce di utilizzare meglio le case vuote e gli spazi sottoutilizzati anziché pianificare nuove costruzioni.
I numeri del cambiamento
Seguendo le indicazioni del rapporto, si potrebbe ridurre le emissioni di gas serra di oltre l’80% entro il 2060 rispetto ai livelli attuali, riducendo allo stesso tempo le disuguaglianze socioeconomiche. Il consumo di materie prime nel settore energetico e della mobilità diminuirebbe del 40%, mentre quello nel settore delle costruzioni del 30%, con evidenti ripercussioni sul clima e sull’ambiente. Attualmente, il consumo di materie prime è responsabile del 60% dell’impatto del riscaldamento globale, del 40% dell’inquinamento dell’aria e del 90% dello stress idrico e della perdita di biodiversità, secondo quanto afferma il rapport
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