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Inquinamento, gli allevamenti intensivi contribuiscono alla morte di 50mila persone in Italia  

Inquinamento, gli allevamenti intensivi contribuiscono alla morte di 50mila persone in Italia  

Il 2 ottobre è la Giornata Mondiale per gli Animali negli Allevamenti. Nasce per porre attenzione sui danni che gli allevamenti intensivi causano non solo agli animali, ma anche alla salute dell’uomo. Le associazioni Greenpeace Italia, ISDE Medici per l’Ambiente, Lipu, Terra! e WWF hanno lanciato l’allarme su una questione nota ma su cui si agisce poco e niente.

Allevamenti intensivi e inquinamento, numeri inquietanti

Secondo i dati forniti dall’ISPRA, gli allevamenti intensivi sono causa del 75% delle emissioni di ammoniaca in Italia, la seconda fonte di polveri sottili nel Paese. A loro volta, infatti, determinano ogni anno circa 50.000 morti premature in Italia, in particolare in Pianura Padana, territorio con una massiccia presenza di allevamenti intensivi. Nell’intero comparto dell’agricoltura, il 79% delle emissioni di gas serra si deve agli allevamenti di animali destinati al consumo umano, che generano circa il 40% delle emissioni globali di metano.

Gli allevamenti intensivi sono un problema per tutti

La zootecnia industriale ha effetti enormi e devastanti sulla salute umana, ma anche ambientali, economici, sociali e sanitari. Le superfici agricole destinate alla produzione di mangimi occupano circa il 70% dei terreni agricoli in Europa, riducendo la biodiversità e aumentando l’inquinamento con l’emissione di ammoniaca e metano nell’aria e nitrati nel suolo e nelle acque. Inoltre, l’elevata densità di animali negli allevamenti intensivi crea un ambiente favorevole al proliferare di virus e zoonosi, minacciando la salute degli animali e degli esseri umani. Senza dimenticare il consumo considerevole di acqua e la produzione di enormi quantità di escrementi animali da smaltire.

A causa dell’aumento degli allevamenti intensivi, negli ultimi dieci anni, l’Italia ha perso quasi il 40% delle sue piccole aziende agricole, mentre sono cresciute le strutture più grandi, spesso caratterizzate da metodi di produzione intensivi. Questo cambiamento ha un impatto diretto sulle comunità locali, sulle loro economie e sul paesaggio rurale.

Un appello per il cambiamento: la proposta delle associazioni

Le associazioni chiedono un immediato intervento legislativo per fermare l’espansione degli allevamenti intensivi e per promuovere un modello di allevamento più sostenibile. La proposta di legge “Oltre gli allevamenti intensivi. Per una transizione agro-ecologica della zootecnia”, presentata a febbraio, prevede misure concrete per garantire un futuro più sano e sostenibile alla zootecnia italiana.

Il testo, firmato da 21 parlamentari di diversi gruppi politici, è stato pubblicato il 23 luglio scorso e ora attende di essere discusso alla Camera. La proposta di legge prevede un piano di trasformazione del settore, sostenuto da un fondo appositamente destinato.

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