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Ameba mangia-cervello nell’acqua: tutto quello che non torna

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Ameba mangia-cervello nell’acqua: tutto quello che non torna

Negli Stati Uniti sono stati registrati 10 casi di infezione collegati all’ameba mangia-cervello. A quanto pare, l’infezione, sarebbe stata causata da lavaggi nasali con acqua di rubinetto non sterile. La notizia ha creato subito allarmismo e portato la comunità scientifica internazionale ad affrontare il caso e fornire raccomandazioni alla popolazione. La notizia è arrivata anche in Italia con il virologo Matteo Bassetti che sul social X ha raccomandato di «non usare l’acqua del rubinetto per i lavaggi nasali».

Il tema delle acque reflue e delle ricadute sulla salute umana ed animale è molto importante e serio. Così come è serio ed attendibile il report pubblicato dal Cdc (Centers for Disease Control and Prevention), un organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti, che ha portato alla luce i dieci casi di infezione da Acanthamoeba (ameba mangia-cervello) con cheratite che hanno riferito di aver effettuato sciacqui nasali prima di ammalarsi.



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Dieci casi in 30 anni e tutti immunodepressi

Bisogna, però, mettere ben in evidenzia alcuni punti dello studio del Cdc. In primis, riguarda infezioni che si sono verificate nel periodo 1994-2022, di cui 9 casi riguardano l’ultimo decennio. Parliamo, dunque, di un percentuale bassissima della popolazione americana ed un lasso di tempo molto ampio. Si tratta, inoltre, di pazienti che hanno in media 60 anni e tutti in una condizione di immunodepressione. Di questi, 5 avevano il cancro e 2 l’Hiv.

“Le persone immunocompromesse dovrebbero essere istruite su sciacqui nasali sicuri per prevenire le infezioni da amebe a vita libera”, si legge nello studio del Cdc. Ma nello stesso documento emerge poi un altro elemento fondamentale: “pur precisando che il rapporto causa-effetto non è sicuro, ossia non è stato stabilito con certezza che il lavaggio nasale sia la via di trasmissione in ogni caso”.

Cos’è l’ameba Acanthamoeba

Si tratta di amebe a vita libera presenti in tutto il mondo. Si trovano nel suolo e in molti tipi di acqua, quindi laghi, fiumi e anche acqua del rubinetto. Le amebe possono entrare nell’organismo attraverso gli occhi, lesioni e ferite o le vie respiratorie. Possono causare cheratite (un’infezione degli occhi), encefalite granulomatosa amebica (un’infezione del sistema nervoso centrale), malattie cutanee, rinosinusiti, malattie polmonari, osteomieliti (infezione dell’osso) e infezioni disseminate. Le infezioni da Acanthamoeba (esclusa la cheratite) sono rare ma spesso fatali.

Negli Stati Uniti colpiscono dalle 3 alle 12 persone all’anno, ma nell’82% dei casi non si sopravvive. Le persone a più alto rischio di infezione sono coloro che hanno subito un trapianto di organi o cellule staminali, i pazienti con cancro, Hiv o diabete mellito. Questo perché l’ameba è nota per essere un patogeno opportunistico.

I sintomi dell’ameba mangia cervello

I sintomi generati dall’ameba Acanthamoeba possono includere mal di testa, febbre, rigidità del collo, nausea e vomito. Le infezioni in seguito possono progredire verso condizioni più gravi, come encefalite.La diagnosi richiede test specifici, mentre la cura coinvolge farmaci antinfiammatori e antimicrobici, ma le infezioni cerebrali sono spesso fatali. Le precauzioni da adottare sono semplici: l’uso di acqua sterilizzata o bollita per i lavaggi nasali, oltre a evitare contatti con acque non trattate, specialmente per gli immunocompromessi.

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