Aria Pulita, la causa legale di Chiara non si ferma. Va avanti il “Processo Smog” a Torino
Prosegue la causa legale civile intrapresa a Torino da Chiara e il suo compagno contro la Regione Piemonte per garantire il diritto a respirare aria pulita e sana. Domani, giovedì 4 luglio, si terrà la seconda udienza del “Processo Smog”, un evento cruciale nella lotta contro l’inquinamento ambientale. In questa udienza, il Comitato Torino Respira, Greenpeace Italia e ISDE-Associazione Italiana Medici per l’Ambiente parteciperanno come parti civili, sostenendo la battaglia legale di Chiara. Il Comitato Torino Respira ha accolto con favore le recenti notizie sul progresso della causa e confida che anche il “Processo Smog” possa avanzare.
La battaglia legale
La causa legale, avviata nel novembre 2022, mira a ottenere giustizia per i danni alla salute del loro figlio, che ha subito gravi conseguenze a causa dello smog. Per ragioni di privacy, soprattutto del minore coinvolto, si è scelto di indicare solo il nome di Chiara.
Chiara, all’inizio della causa, aveva dichiarato: “Respirare aria pulita e sana è un diritto di tutti, in tutta Italia. Dobbiamo rivendicarlo insieme.” Il suo bambino, che ora ha otto anni, è stato esposto fin dal concepimento agli elevati e spesso fuorilegge livelli di inquinamento di Torino. Dai primi mesi di vita, il piccolo ha iniziato a soffrire di gravi problemi di salute, in particolare ai polmoni. “Casa nostra era in un quartiere estremamente trafficato. Anche l’asilo di mio figlio. E io, ogni mattina, avevo l’impressione di avvelenarlo,” racconta Chiara.
Torino e la battaglia per l’aria pulita
Torino è una delle città più inquinate d’Italia, e l’Italia è uno dei paesi più inquinati d’Europa. La situazione critica della qualità dell’aria ha spinto Chiara e il suo compagno a intraprendere questa battaglia legale per il bene del loro figlio e per tutti i cittadini.
Nel giugno 2024, il giudice ha accolto le istanze istruttorie proposte dagli attori e ha disposto una consulenza tecnica per accertare se il bambino sia stato esposto a concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti previsti dalla normativa e a quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Inoltre, al consulente è stato chiesto di verificare quali disposizioni non siano state rispettate dalla Regione Piemonte. L’esito della consulenza, previsto per dicembre 2024, potrebbe portare a ulteriori accertamenti sulle condizioni di salute del bambino.
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