Alluvione Sarno, 20 anni dopo storica sentenza della Cassazione: deve pagare il Comune
A distanza di oltre vent’anni dalla tragica alluvione di Sarno, che nel maggio 1998 costò la vita a 137 persone, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un aspetto cruciale di quella dolorosa vicenda: la natura della responsabilità della Pubblica Amministrazione. Con la recente sentenza 35419/2022, la Suprema Corte ha chiarito un punto fondamentale, stabilendo se la responsabilità della PA in caso di illeciti penali commessi da un suo dipendente sia diretta (basata sull’articolo 2043 del Codice Civile e sull’articolo 28 della Costituzione) o indiretta (ai sensi dell’articolo 2049 del Codice Civile). Una distinzione che ha importanti ripercussioni sul diritto di rivalsa della PA nei confronti di altri soggetti corresponsabili.
Il dramma di Sarno e la lunga battaglia legale
La “strage di Sarno” segnò profondamente la comunità locale e aprì un complesso capitolo giudiziario. Dopo la condanna penale del sindaco nel 2013 per omicidio colposo, i familiari delle vittime dell’alluvione di Sarno intrapresero una battaglia legale per ottenere giustizia e il risarcimento dei danni subiti. Il Tribunale di Salerno accolse la loro richiesta, condannando il sindaco e le amministrazioni coinvolte (Presidenza del Consiglio, Ministero dell’Interno e Comune di Sarno), riconoscendo a queste ultime il diritto di rivalersi sul primo cittadino. Tuttavia, la domanda di regresso delle amministrazioni statali nei confronti del Comune di Sarno venne respinta, una decisione confermata in appello.
La Cassazione riscrive le regole: la responsabilità diretta della PA
La Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Interno non si sono arresi e hanno portato il caso in Cassazione, sostenendo che si trattasse di un caso di responsabilità diretta della PA, legata al “mancato esercizio delle funzioni pubbliche” da parte del sindaco. La Suprema Corte, richiamando precedenti sentenze, ha accolto questo ricorso, annullando la decisione d’appello e stabilendo la pari responsabilità di tutte le amministrazioni coinvolte, aprendo la strada all’esercizio del diritto di rivalsa non solo verso il sindaco ma anche verso gli altri corresponsabili.
“Non esercitare il potere è azione amministrativa illegittima”
La chiave della decisione della Cassazione risiede nel riconoscimento che anche l’omissione di un atto dovuto da parte di un amministratore pubblico rientra nella sfera della responsabilità diretta dell’ente. Nel caso di Sarno, la mancata attuazione del piano di protezione civile, la mancata evacuazione e le errate comunicazioni alla popolazione da parte del sindaco non furono considerate semplici negligenze personali, ma vere e proprie manifestazioni di un’attività amministrativa illegittima.
Come sottolinea la Corte, richiamando l’articolo 28 della Costituzione, la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici per gli illeciti dei propri dipendenti quando esiste un “nesso di occasionalità necessaria” tra l’illecito e le funzioni esercitate. In altre parole, se le funzioni svolte hanno in qualche modo determinato, agevolato o reso possibile l’evento dannoso, la responsabilità dell’ente è diretta.
Una svolta per la giustizia e la prevenzione
La sentenza della Cassazione rappresenta un importante precedente. Riconoscere la responsabilità diretta della Pubblica Amministrazione anche in casi di omissione colposa rafforza la tutela dei cittadini e responsabilizza gli enti pubblici nell’esercizio delle proprie funzioni, soprattutto in settori delicati come la protezione civile e la sicurezza del territorio.
La risposta alle vittime dell’alluvione di Sarno
Questa decisione non solo offre una risposta più completa alle vittime della tragedia di Sarno, ma lancia anche un chiaro messaggio: l’inerzia e la negligenza degli amministratori pubblici non possono rimanere impunite, e la collettività ha il diritto di chiedere conto delle mancate azioni che possono avere conseguenze drammatiche. Un passo avanti verso una maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione del bene pubblico e nella tutela della sicurezza dei cittadini.
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