Dai rifiuti alla denuncia artistica, l’arte di Fu Junsheng contro l’inquinamento da plastica
Nelle isole Miaodao, un remoto arcipelago della provincia di Shandong, in Cina, ogni tempesta porta a riva cumuli di rifiuti di plastica, trascinati dalle correnti. Tra questi detriti, l’artista Fu Junsheng ha trovato la sua ispirazione, trasformando ciò che per molti è spazzatura in un potente messaggio contro l’inquinamento.
Da otto anni, Fu, 36 anni, raccoglie oggetti come galleggianti, sandali e bottiglie di plastica, utilizzandoli per creare installazioni che denunciano il devastante impatto ambientale dei rifiuti marini.
Plastica e progresso: un rapporto complicato
“La nostra generazione ha assistito a uno sviluppo rapido della società, ma spesso a scapito della natura,” racconta Fu. Il suo studio, situato vicino alla costa, è pieno di opere realizzate con materiali raccolti dalle spiagge.
Tra le installazioni più emblematiche spicca una collezione di 900 infradito, disposte davanti a dipinti marini. Ogni oggetto racconta una storia di consumo e abbandono, come un pacchetto di noodle istantanei del 1993, ancora intatto nonostante oltre tre decenni di esposizione agli elementi. “Questi oggetti non spariscono, ma si frammentano in particelle microscopiche che finiscono negli oceani, negli animali marini e, infine, nel nostro cibo,” spiega l’artista.
Un problema globale
Le isole Miaodao si trovano non lontano dalla penisola coreana, dove questa settimana i leader mondiali stanno negoziando un trattato internazionale per ridurre l’inquinamento da plastica. Tra i detriti trovati da Fu, ci sono accendini e bottiglie di caffè provenienti dalla Corea del Sud, un esempio della natura transnazionale del problema.
“Proteggere l’ecosistema marino richiede una collaborazione globale,” sottolinea Fu. Secondo i dati ufficiali, la Cina ha prodotto 75 milioni di tonnellate di plastica nel 2023, ma ha anche generato 63 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui solo una parte viene riciclata o incenerita.
Arte e consapevolezza
L’obiettivo di Fu è sensibilizzare il pubblico, mostrando quanto l’inquinamento marino sia legato alla vita quotidiana. Tra i suoi lavori, un arcobaleno creato con pezzi di plastica colorata e un’esposizione di contenitori di cosmetici logorati.
“Questi prodotti sono pensati per farci sentire più puliti e belli, ma spesso finiscono per inquinare i mari, danneggiando gli ecosistemi e rendendo il mondo meno bello,” afferma Fu.
Con le sue opere, Fu Junsheng non solo trasforma i rifiuti in arte, ma invita ciascuno di noi a riflettere sul proprio ruolo nel proteggere il pianeta.
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