Aumentano le azioni legali sul clima con implicazioni di giustizia sociale

Un nuovo studio rivela che le azioni legali legate alla giustizia sociale stanno aumentando nei contenziosi sulle politiche climatiche e i progetti di transizione ecologica. Questo fenomeno, noto come “just transition litigation”, sottolinea la necessità di equilibrare l’azione per il clima con la giustizia sociale, assicurando che le comunità vulnerabili non siano colpite in modo sproporzionato.

Transizione a basse emissioni e questioni di giustizia

Mentre il mondo si impegna a ridurre le emissioni di gas serra e ad adattarsi ai cambiamenti climatici, la transizione verso società a basse emissioni di carbonio solleva nuove domande sulla giustizia sociale. Lo studio, pubblicato su Nature Sustainability e guidato dalla professoressa Annalisa Savaresi del Centro per il Cambiamento Climatico, Energia e Diritto Ambientale dell’Università della Finlandia Orientale, mette in luce l’emergere del contenzioso sulla giusta transizione. Questo tipo di controversie legali contesta l’equità di politiche e progetti climatici, come impianti eolici, centrali a biomassa e dighe.

L’impatto su gruppi vulnerabili

Secondo la ricerca, il passaggio a una società a basse emissioni spesso ha un impatto maggiore su gruppi vulnerabili, come i popoli indigeni, i lavoratori e i residenti locali. Ad esempio, il popolo indigeno Sámi in Norvegia ha vinto un’azione legale contro la costruzione di impianti eolici sui propri pascoli tradizionali. Questo caso dimostra come il contenzioso sulla giusta transizione possa tutelare i diritti delle comunità emarginate.

Secondo la professoressa Savaresi, queste azioni legali mettono in evidenza i dilemmi sociali complessi e spesso trascurati che emergono durante la transizione ecologica. I conflitti tra politiche ambientali e giustizia sociale richiedono soluzioni bilanciate che tengano conto delle esigenze delle comunità più colpite.