Loading Now

Perché fa così caldo? C’entra l’espansione della Cella di Hadley

caldo cella hadley

Perché fa così caldo? C’entra l’espansione della Cella di Hadley

Il caldo continua a battere a record in Italia. Questa settimana temperature elevate e afa metteranno a dura prova tutta la Penisola. Che faccia caldo in estate, ed in particolare a luglio, non dovrebbe essere così sorprendente. Ma è l’intensità del caldo, alle nostre latitudini, a destare particolari preoccupazioni ed apprensioni. Sapete perché fa così caldo? La motivazione è scientifica e richiama alla Cella di Hadley.

Gli effetti del cambiamento climatico

La situazione meteorologica che stiamo osservando in Italia, con caldo intenso al Centro-Sud e violenti temporali al Nord, è un chiaro indicatore di un clima alterato che si evidenzia attraverso una circolazione atmosferica cambiata. Questa alterazione fa sì che masse d’aria con elevati potenziali energetici si trovino a stretto contatto, causando contrasti termici esasperati e fenomeni meteorologici violenti. Tali eventi sono segni distintivi di un clima in cambiamento, dove l’aumento dell’energia atmosferica contribuisce all’intensificazione e alla frequenza degli eventi estremi.



Ap-set-banner-Ambiente-in-Salute-728x90-1 Perché fa così caldo? C'entra l'espansione della Cella di Hadley
Ap-set-banner-Ambiente-in-Salute-240x400-2 Perché fa così caldo? C'entra l'espansione della Cella di Hadley

La cella di Hadley

Uno degli elementi chiave di questo cambiamento è l’espansione della cella di Hadley verso nord. Le celle di Hadley servono a trasferire calore dall’equatore verso nord, sono soggette ad una variazione stagionale e sono influenzate dall’ENSO. Secondo il sesto rapporto (AR6) pubblicato nel 2021, l’IPCC attribuisce un elevato livello di fiducia all’espansione delle celle di Hadley verso le latitudini settentrionali, indicando che nel caso della cellula situata nell’emisfero settentrionale, questa espansione viene osservata dal 1980.

Le conseguenze di questo fenomeno

Questo fenomeno implica che l’aria molto calda delle regioni tropicali occupi una porzione maggiore di spazio, influenzando anche l’Europa meridionale. Le conseguenze climatiche di questa espansione includono da una parte un aumento delle temperature, un aumento di periodi secchi e il raggiungimento di temperature record su luoghi una volta ritenuti impensabili. Dall’altra fasi di maltempo molto intense quando l’aria calda (più calda di un tempo) viene a contatto con quella più fresca nord atlantica. L’arretramento verso le Bermuda dell’anticiclone delle Azzorre e la risalita più frequente degli anticicloni africani sono il segno tangibile di questo cambiamento di circolazione. Questo lascia spazio all’inserimento di masse d’aria molto cariche di energia, contribuendo a estati più calde e a condizioni meteorologiche più estreme in Europa.

Italia da bollino rosso: livello di allerta 3

Oggi e domani, 15 e 16 luglio, l’allerta sarà massima in 12 città, contrassegnate dal bollino rosso (livello 3, il massimo) nel bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute. Mercoledì 17 luglio le città ‘in rosso’ passeranno a 13. Dei 27 capoluoghi monitorati dal ministero, oggi e domani saranno da bollino rosso Ancona, Bologna, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Trieste e Viterbo. Si aggiungerà Palermo mercoledì, il giorno più caldo di questa prima metà di settimana.

Il livello 3 di allerta, ricorda il ministero della Salute, indica “condizioni di emergenza (ondata di calore) con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive, e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche”. Queste fasce, più fragili, sono invece quelle interessate dal livello di allerta 2, il bollino arancione, che contrassegna Palermo oggi e domani, Torino domani, Bolzano domani e mercoledì, Bari mercoledì.

Gli effetti dell’anticiclone

L’anticiclone africano si rafforzerà nuovamente su tutta l’Italia nella prossima settimana, dopo un leggero indebolimento al Nord. Di conseguenza, si prolungherà la fase di stabilità e caldo intenso che interesserà il Paese da nord a sud.

Un nuovo picco di caldo è previsto tra giovedì 18 e venerdì 19 luglio, con temperature massime che potrebbero raggiungere i 36-38°C o addirittura superare questi valori in alcune zone del Centro Sud. Il caldo sarà anche afoso.

Questa ondata di calore sarà caratterizzata non solo per l’intensità, ma anche per la sua durata. Gli effetti del caldo intenso non saranno limitati all’Italia, ma si estenderanno anche all’Europa orientale, dove si prevedono condizioni meteorologiche simili. Per un possibile cambiamento, bisognerà attendere la terza decade del mese, ma è ancora troppo presto per confermare questa tendenza.

Caldo record

Dopo una temporanea attenuazione legata agli effetti della circolazione depressionaria attiva sull’Europa centro-occidentale, foriera di piogge e temporali al Nord, 3Bmeteo riporta che tra la giornata di domenica e la prossima settimana l’anticiclone nord-africano tornerà a rinforzarsi sull’Italia, alimentando una lunga e significativa ondata di calore. Le temperature permarranno ben al di sopra delle medie climatiche quantomeno fino al 20 luglio. 

I massimi effetti della nuova avvezione d’aria calda di matrice subtropicale sono attesi tra basso Veneto ed Emilia-Romagna, al Centro-Sud e sulle Isole Maggiori. Picchi compresi tra 35 e 40°C nelle valli interne e in pianura, localmente superiori (fino a 41-43°C) su Tavoliere di Foggia, Murge tarantine, Materano, Metapontino e settori compresi tra l’Ennese orientale, la Piana di Catania e l’alto Siracusano, a fronte di tassi di umidità molto ridotti (10-20%). Caldo ben più afoso – dunque umido – lungo le aree costiere interessate dal soffio delle brezze marine; registreremo elevati indici di disagio bioclimatico nelle grandi città, là dove all’avvezione d’aria calda e alla subsidenza impressa dall’anticiclone si sommeranno gli effetti delle isole di calore: è il caso di Roma, Firenze e Bologna, che potranno sperimentare anche una lunga serie di notti tropicali.

Share this content: