Campi Flegrei: c’è anche il rischio sanitario per i gas sprigionati
di Adalgisa Marrocco
Paura a Napoli e ai Campi Flegrei dopo la scossa di magnitudo 4,4 e lo sciame sismico che ha fatto registrare 150 eventi in poche ore. Ma nella zona, oltre al pericolo sismico e vulcanico, anche i gas sono un problema. Sussiste, infatti, un rischio geochimico legato alle emissioni di tre sostanze: biossido di zolfo, biossido di carbonio e acido solfidrico. Il pericolo sanitario viene evidenziato da un piano che la Regione Campania ha condiviso con la Protezione Civile regionale, le ASL Napoli 1 e Napoli 2 Nord. La zona di potenziale pericolosità si estende tra la Solfatara e via Pisciarelli, in un raggio di 1,3 chilometri, riporta Repubblica.
L’approccio preventivo
Sul piano viene specificato che “sulla base delle informazioni fino a ora disponibili sulle emissioni di questi gas, non è possibile ignorare il rischio chimico di esposizione dovuto a una contaminazione diffusa e non quantificabile a priori dell’aria ambiente”. Ma l’approccio è preventivo piuttosto che allarmistico. L’obiettivo principale è “organizzare la prevenzione collettiva attraverso la valutazione della qualità dell’aria”, con misure che includono, se necessario, l’allontanamento temporaneo in zone sicure, a partire dalle strutture sanitarie.
Uno scenario non prevedibile
Alle emissioni di gas tossici è dedicato un intero capitolo del piano, aggiornato al 14 aprile. Repubblica ricorda che, sebbene il bollettino della Protezione Civile non abbia mostrato variazioni significative dei parametri fino a qualche settimana fa, il problema non è da sottovalutare. “Gli scenari espositivi – si legge – sono complessi, anche potenzialmente molto pericolosi”, anzitutto perché i livelli di concentrazione dei gas sono imprevedibili e l’esposizione può coinvolgere composti in miscela, la cui composizione non è nota e non è costante.
Come e dove avveramno le eventuali evacuazioni per rischio sanitario
Ma quali sono le misure previste? Il documento parla di esercitazioni pratiche e dell’evacuazione e della destinazione di 1.506 pazienti distribuiti tra ospedali, cliniche e residenze per anziani nella zona rossa . I pazienti verranno trasferiti in ospedali situati in zone sicure. Saranno portati all’Ospedale del Mare, Sant’Anna di Caserta, Ruggi di Salerno, i Policlinici Vanvitelli e Federico II, Loreto, e San Giovanni Bosco. Sono coinvolte anche case di cura private come Clinic Center, Sanatrix e Mediterranea.
Nel piano di emergenza è previsto anche l’incremento della sicurezza delle strutture sanitarie, come l’installazione di accelerometri tridimensionali per monitorare gli effetti delle scosse sismiche sugli ospedali, in particolare il “Santa Maria delle Grazie” a Pozzuoli e il San Paolo.
Come si muovono le istituzioni
Intanto, dopo la scossa delle scorse ore, le autorità si mobilitano. “Potremo avere scosse di magnitudo leggermente più alta, ma mai superiori a 5. Questo è quello che ci dice la scienza”, ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in conferenza stampa a Palazzo San Giacomo. ”Dobbiamo gestire questa situazione di emergenza con cui probabilmente conviveremo per mesi”. Lo ha aggiunto specificando che “e squadre della Protezione civile non hanno rilevato danni su strutture private stanotte, dobbiamo fare in modo che la normale paura non si trasformi in panico.
Per questo, dobbiamo informare i cittadini, dobbiamo fare assieme una comunicazione corretta, non allarmistica, affinché si rafforzi la convivenza con il bradisismo”. Il primo cittadino, insieme all’assessore Edoardo Cosenza, ha chiosato rassicurando i cittadini: “Non è questa la situazione, ma abbiamo elaborato un dettagliato piano d’evacuazione”.
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