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Inquinamento acustico, la classifica delle città italiane più rumorose

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Inquinamento acustico, la classifica delle città italiane più rumorose

L’inquinamento acustico è un problema crescente nelle città italiane, e il suo impatto sulla salute pubblica è spesso sottovalutato. Secondo l’ISTAT, nel biennio 2021-2022, diversi capoluoghi di provincia hanno registrato livelli di rumore costantemente superiori ai limiti di legge, specialmente nelle aree urbane ad alta densità di traffico e con intensa attività commerciale. Tra i fattori che alimentano l’inquinamento acustico ci sono il traffico veicolare, ferroviario e aereo, nonché le attività industriali e i cantieri​.

Le città più rumorose secondo i dati ISTAT

L’ISTAT raccoglie dati su controlli effettuati dai comuni, che monitorano il superamento dei limiti acustici stabiliti dalla legge. Nel 2021-2022, Milano ha guidato la classifica con 127 controlli, seguita da Roma con 62. Tuttavia, la situazione è ancora più preoccupante a Firenze, dove tutte le misurazioni hanno evidenziato superamenti dei limiti di legge, rendendola una delle città più rumorose d’Italia.

Ecco una classifica basata sui dati ISTAT:

  1. Milano – 127 controlli sul rumore nel 2021.
  2. Roma – 62 controlli nel 2021.
  3. Firenze – Tutte le misurazioni hanno evidenziato superamenti dei limiti di rumore.
  4. Napoli – Il 97% delle misurazioni ha superato i limiti.
  5. Modena – Elevato numero di esposti da parte dei cittadini.

Questa classifica riflette non solo il numero di controlli effettuati, ma anche il numero di superamenti rilevati, che indicano una persistente esposizione al rumore urbano.

Inquinamento acustico e salute pubblica: il legame preoccupante

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inquinamento acustico è la seconda maggiore minaccia ambientale per la salute umana, subito dopo il particolato fine. Il rumore cronico può causare una vasta gamma di problemi di salute, tra cui:

  • Disturbi del sonno: Il rumore notturno interrompe il sonno e può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.
  • Problemi cardiaci: Esposizioni prolungate a livelli elevati di rumore possono aumentare il rischio di ipertensione e infarti.
  • Stress e ansia: Vivere in aree urbane rumorose aumenta i livelli di stress e può contribuire a condizioni di ansia e depressione.
  • Perdita dell’udito: L’esposizione a rumori forti, anche per brevi periodi, può portare a danni permanenti all’udito.

In particolare, l’OMS ha fissato un limite massimo raccomandato di 55 decibel per il rumore diurno e 40 decibel per quello notturno, ma molte città italiane superano questi valori, soprattutto nelle aree più trafficate.



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Le reazioni dei cittadini e gli esposti per l’inquinamento acustico

Un segnale chiaro dell’esasperazione dei residenti è il numero crescente di esposti presentati contro il rumore. Nel 2021, secondo l’ISTAT, sono stati presentati oltre 2.200 esposti per inquinamento acustico, con un’incidenza maggiore nelle città del Nord, come Firenze e Modena, dove i cittadini cercano soluzioni contro il rumore costante e insopportabile.

In molte città, le amministrazioni comunali hanno reagito a questa pressione pubblica intensificando i controlli e adottando misure di riduzione del rumore, come la regolamentazione del traffico e l’implementazione di zone a bassa emissione di rumore. Tuttavia, queste misure non sono sempre sufficienti a ridurre in maniera significativa l’inquinamento acustico.

L’Ue con il piano punta a ridurre del 30% il numero di persone esposte cronicamente al rumore entro il 2030

L’inquinamento acustico è una delle sfide più urgenti che le città italiane devono affrontare. Oltre al benessere ambientale, è fondamentale considerare anche l’impatto sulla salute pubblica. L’adozione di politiche più severe per la riduzione del rumore, insieme alla sensibilizzazione dei cittadini, è cruciale per affrontare questa emergenza silenziosa ma pericolosa.

L’obiettivo dell’Unione Europea, con il piano “Zero Pollution”, è di ridurre del 30% il numero di persone esposte cronicamente al rumore entro il 2030. Tuttavia, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, siamo ancora molto lontani dal raggiungere questo traguardo​

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