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Come si sta evolvendo la criminalità ambientale in Italia?

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Come si sta evolvendo la criminalità ambientale in Italia?

di CRISTINA SAJA

Il “Rapporto Ecomafia 2024” di Legambiente offrirà una panoramica approfondita e dettagliata sull’evoluzione della criminalità ambientale in Italia. Per monitorare al meglio, però, è utile e opportuno avere bene in mente il quadro della situazione. Per questo, prendiamo in considerazione il rapporto ecomafia 2023, pubblicato a giugno 2023, che evidenzia un incremento significativo dei reati ambientali, segnalando un aumento del 10% rispetto all’anno precedente, con un totale di 36.983 infrazioni accertate nel 2023.

Il Rapporto Ecomafia 2024, invece, sarà presentato il prossimo 11 luglio a Palazzo Wedekind a Roma, sottolinea le principali tendenze relativamente ai reati ambientali.



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Cosa sottolinea l’ultimo Rapporto Ecomafia?

Il rapporto rileva una crescita delle attività illegali in vari settori, con un picco nei crimini legati al ciclo dei rifiuti e del cemento. In particolare, la Calabria ha registrato un aumento del 20% nei reati legati al ciclo del cemento. Complessivamente, come anticipato, sono state documentate 36.983 infrazioni ambientali, con un aumento del 10% rispetto al 2022, e sono state denunciate 30.686 persone. Sono state rilevate 9.944 infrazioni, con 9.391 persone denunciate e 3.429 sequestri. Questo settore rimane uno dei più problematici, soprattutto nel Mezzogiorno, dove nel 2023, l’abusivismo edilizio ha visto un aumento significativo, con la costruzione di 42 case abusive ogni 100 legali. Questo fenomeno è particolarmente grave in regioni come la Calabria e la Campania, dove i tassi di demolizione sono bassissimi. Sono stati, tra l’altro, documentati 7.497 crimini contro gli animali, con un aumento del 4,2% rispetto al 2022. Questo settore include reati come il bracconaggio e il maltrattamento di animali. Sono stati, inoltre, eseguiti 10.686 sequestri e sono state denunciate 30.686 persone per reati ambientali. La quantità di denunce e sequestri sottolinea l’entità e la pervasività del problema.

Cosa si può dedurre dai dati forniti da Legambiente?

Il rapporto sottolinea la necessità di intensificare le attività di monitoraggio e di applicazione delle leggi per combattere efficacemente la criminalità ambientale. L’incremento dei reati e l’espansione delle attività illecite nei settori critici come il ciclo dei rifiuti e del cemento evidenziano la crescente pressione esercitata sull’ambiente da parte di organizzazioni criminali e la necessità di una risposta coordinata e rigorosa da parte delle autorità. L’aumento della criminalità ambientale ha un impatto diretto sulla qualità dell’ambiente e sulla salute pubblica. La distruzione delle risorse naturali, l’inquinamento e l’abusivismo edilizio rappresentano minacce significative che richiedono interventi urgenti e coordinati.

Un altro aspetto, forse il peggiore da considerare, è che i reati ambientali stanno intaccando ogni settore: dall’agricoltura all’edilizia, dall’imprenditoria che necessita di smaltimento al mercato della droga, vedendo protagonista ogni organizzazione della nostra società dalle Pubbliche Amministrazioni ai singoli cittadini, dalle aziende ai piccoli imprenditori, fino al settore archeologico. Il cambio di rotta, dunque, non può che essere necessario per riuscire a dare una sferzata e cercare di fare in modo di salvare il salvabile.

Il virus della corruzione ambientale che sostiene il peso dei Comuni sciolti per mafia, con la crescita dei clan mafiosi e il fatturato di diverse filiere illegali costa ancora 8,8 miliardi di euro.

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