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Complicanze postoperatorie: nuovo studio rivela il legame con lo smog

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Complicanze postoperatorie: nuovo studio rivela il legame con lo smog

Un nuovo studio ha rivelato un legame allarmante tra i livelli di inquinamento atmosferico e l’insorgenza di complicanze postoperatorie. Il dottor John F. Pearson, professore associato di anestesiologia presso l’Università dello Utah, ha presentato i risultati durante il 18° Congresso Mondiale di Anestesiologia. Lo studio afferma che l’esposizione a particolato fine nell’aria nei sette giorni precedenti un intervento chirurgico è associata a un aumento significativo delle complicanze postoperatorie.

Lo studio

Pearson e il suo team hanno esaminato i dati di 98.129 pazienti chirurgici residenti nella Wasatch Front, una regione geografica dello Utah, tra il 2016 e il 2018. Utilizzando modelli di qualità dell’aria su larga scala, hanno collegato gli indirizzi dei pazienti ai livelli di inquinamento atmosferico registrati nelle tre settimane precedenti gli interventi chirurgici. Le analisi hanno mostrato un aumento delle complicanze postoperatorie, come ictus, infarto, insufficienza renale acuta e infezioni del sito chirurgico, in maniera proporzionale all’aumento dei livelli di particolato fine PM2.5.

La risposta infiammatoria all’inquinamento

Il PM2.5 è un inquinante atmosferico regolamentato dall’EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti), proveniente principalmente da processi di combustione, ma anche da suolo o incendi boschivi. I risultati hanno evidenziato che livelli di particolato superiori a 35 mcg/m3 erano associati a un aumento del 28% delle complicanze postoperatorie rispetto a livelli inferiori a tale soglia, indipendentemente dalle comorbidità dei pazienti.

Pearson ha spiegato che l’esposizione all’inquinamento potrebbe innescare una risposta infiammatoria, aggravata dalla risposta infiammatoria già causata dall’intervento chirurgico, aumentando così il rischio di complicanze perioperatorie e postoperatorie. “Quando questo fenomeno si moltiplica su una popolazione intera, l’impatto diventa significativo, poiché tutti sono esposti all’inquinamento atmosferico,” ha sottolineato Pearson.



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Prospettive e possibili soluzioni

I ricercatori hanno suggerito la necessità di estendere lo studio a diverse regioni e popolazioni, per capire chi è più a rischio e sviluppare contromisure efficaci. Pearson ha anche menzionato l’idea di posticipare gli interventi chirurgici in periodi di alto inquinamento come già dimostrato utile in Cina, o di utilizzare filtri d’aria nelle abitazioni dei pazienti.

Scarlett McNally, vice direttrice del Centro per la Cura Perioperatoria di Londra, ha commentato i risultati, evidenziando che “l’inquinamento non riguarda solo l’asma; le particelle fini hanno un effetto diretto sull’infiammazione, aumentando il rischio di esiti devastanti dopo un intervento chirurgico.” McNally ha aggiunto che i professionisti della salute devono promuovere la riduzione dell’inquinamento e aumentare la sostenibilità, suggerendo investimenti in trasporti pubblici sicuri e infrastrutture per la mobilità attiva, come la bicicletta e la camminata.

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