Crisi climatica e cittadini: cresce sostegno ad azioni legali e accuse penali negli USA
La maggioranza degli elettori americani è favorevole ad azioni legali contro le grandi compagnie petrolifere. Quasi la metà degli intervistati supporta una strategia legale ancora più aggressiva con l’avvio di accuse penali verso coloro che hanno contribuito alla crisi climatica. Lo rivela un nuovo sondaggio condiviso con il Guardian.
L’indagine pubblicata in questi giorni, lascia ben poco sopresi di fronte alla rapida crescita dei contenziosi in materia di giustizia climatica a cui stiamo assistendo su scala globale.
Come rivela l’ultimo Global Climate Litigation Report: 2023dell’UNEP (il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite), negli ultimi 5 anni il numero di azioni legali relative a clima e ambiente è più che raddoppiato, passando da 884 nel 2017 a 2.180 nel 2022.
Come scrive la testata britannica, il sondaggio “potrebbe fare luce su come, se presentate, simili cause negli Stati Uniti potrebbero essere valutate da una giuria”.
La proposta di ecocidio e altre accuse penali per il clima
Tutte le 40 cause legali attualmente attive negli Stati Uniti contro le principali compagnie petrolifere, presentate da città e Stati, si basano su accuse civili come il diritto dei danni e le protezioni contro il racket.
Tuttavia l’anno scorso, l’organizzazione non profit Public Citizen ha avanzato l’idea di presentare anche accuse penali – e il cosiddetto ecocidio. Secondo l’accusa, le grandi compagnie erano consapevoli che l’inquinamento derivante dall’uso di combustibili fossili potesse avere conseguenze gravi. Tuttavia, hanno continuato a opporsi alle azioni per contrastare il cambiamento climatico, e per questo potrebbero essere accusate di omicidio colposo.
Il sondaggio tra gli elettori statunitensi
Come ha raccontato ancora al Guardian, Aaron Regunberg, senior policy counsel di Public Citizen, l’idea apparentemente radicale ha ricevuto “interesse reale e serio” da parte di diversi uffici dei procuratori distrettuali, suscitando tuttavia anche qualche scetticismo.
Per valutare l’opinione degli americani in relazione alle azioni legali e alle accuse penali contro coloro che hanno maggiormente contribuito alla crisi climatica, Public Citizen ha intervistato 1.200 probabili elettori statunitensi.
Condotto all’inizio di questo mese, il sondaggio è stato ponderato per essere rappresentativo degli elettori probabili (per età, genere, istruzione, razza, geografia e storia di voto).
I combustibili fossili
Alla domanda se le compagnie di combustibili fossili “dovrebbero essere ritenute legalmente responsabili per i loro contributi al cambiamento climatico“, il 62% degli elettori ha risposto di sì. Tra questi, l’84% dei Democratici, il 59% degli Indipendenti e il 40% dei Repubblicani.
L’indagine, fa notare ancora il Guardian, registra inoltre una crescita del consenso rispetto a quanto rilevato da precedenti sondaggi regionali e nazionali.
“Gli elettori vogliono fortemente vedere le compagnie ritenute responsabili per le loro azioni dannose”, ha dichiarato Grace Adcox, senior climate strategist di Data for Progress e dell’organizzazione e gruppo di advocacy Fossil Free Media.
Accuse penali verso chi inquina
Il sondaggio ha poi spiegato che, mentre le compagnie petrolifere stanno già affrontando cause civili, alcuni sostenitori del clima hanno anche “proposto accuse penali contro queste compagnie”.
Ha quindi chiesto agli intervistati: “Sapendo quello che sai ora, sostieni o ti opponi all’avvio di accuse penali contro le compagnie di petrolio e gas per ritenere loro responsabili delle morti causate dai loro contributi al cambiamento climatico?”
In risposta, il 49% degli intervistati ha detto che “sostiene fortemente” o “in parte” lo sforzo, mentre il 38% che ha detto di no.
Tra i Democratici, il 68% ha detto che sosterrebbe l’idea, il che secondo Regunberg è “enorme”, specialmente perché i distretti democratici sono molto più propensi ad avviare azioni legali contro l’industria dei combustibili fossili.
Regunberg ha detto di essere “sorpreso” nel vedere che quasi un terzo dei repubblicani, il 32%, sostiene l’idea.
Crisi climatica e azioni legali
Sebbene l’idea sia nuova, i risultati indicano che potrebbe non essere troppo “fuori luogo” per molti americani, secondo il consulente per le politiche ambientali di Public Citizen.
“Un numero significativo di Repubblicani sosterrebbe queste azioni legali, anche se nessuno dei leader del loro partito ha il coraggio di sfidare i loro donatori dell’industria dei combustibili fossili”. Ha concluso Regunberg ai microfoni del Guardian.
Anche Chesa Boudin, ex procuratore distrettuale di San Francisco, che ha citato in giudizio le grandi compagnie petrolifere nel 2017, ha espresso interesse per la teoria legale di Public Citizen.
Per Boudin, il sondaggio non è stato solo un modo utile per giudicare il sostegno alle cause penali climatiche, ma potrebbe anche mostrare come i potenziali giurati potrebbero vedere i casi.
Su territorio europeo intanto, più precisamente In Francia la scorsa settimana è stata avviata la prima causa penale sul clima al mondo contro alcuni dirigenti della TotalEnergies.
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