Dengue e riscaldamento climatico, allerta massima
Allerta massima per la dengue per via del riscaldamento climatico. La diffusione del virus in Italia appare un rischio veramente importante da tenere sotto controllo. Con il riscaldamento climatico e l’epidemia ancora in corso in Sud America, quest’anno è possibile aspettarsi a più casi nel nostro Paese. Non solo importati dall’estero come i 117 già registrati da inizio 2024 dall’Istituto superiore di sanità, ma anche autoctoni. Che diventi endemica l’infezione trasmessa dalle zanzare, veicolata anche dalla Aedes albopictus (la ‘tigre’) presente “dappertutto lungo la Penisola”, è una prospettiva realistica. Se non arriveremo a una vera e propria endemia, potremo sicuramente avere focolai molto più consistenti rispetto al passato. Di Dengue e di altre arbovirosi. Questo il senso di quanto affermato da Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), all’Adnkronos Salute.
Caruso (Presidente virologi italiani): “Allerta massima, identificare subito contagiati”
“L’attenzione è alta – osserva lo specialista, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili – e le circolari diramate dal ministero della Salute vanno nella giusta direzione. Ma con la tropicalizzazione del clima e i potenziali vettori diffusi ormai ovunque – precisa – la possibilità che la Dengue e le altre arbovirosi prendano sempre più piede in Italia sarà inevitabile”. Ecco perché “è fondamentale che ci sia un controllo strettissimo sui singoli casi – ammonisce Caruso – con un’attenzione massima, anche da parte delle strutture sanitarie sul territorio, alla rapida identificazione dei contagiati così da procedere a una disinfestazione totale che permetta di neutralizzare le zanzare”.
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