Dengue, la tropicalizzazione del clima mette in pericolo l’Italia
Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità i casi di Dengue in Italia sono arrivati, da gennaio 2024, a poco meno di 120. La maggior parte allocati tra Lazio, Lombardia e Veneto, ancora tutti importati e quindi causati da un contagio esterno al Paese. Si tratta infatti, per la totalità, di persone di ritorno da località a rischio, nello specifico Brasile ed Argentina dove i casi hanno superato i 4 milioni.
Nel 2023 in Italia sono stati registrati 230 casi di Dengue, di cui 83 autoctoni, ovvero casi di virus contratto in loco. Sappiamo che la Dengue viene trasmessa dalla puntura di una zanzara Aedes, una specie che non è residente nel nostro paese al momento; tuttavia esistono altre zanzare che, se pungono un soggetto infetto, possono ritrasmettere il virus a persone sane.
L’arrivo della zanzara tigre, la tropicalizzazione e la Dengue
Tra queste c’è la zanzara tigre, un tempo anch’essa lontana dalle coste italiane, ma da qualche anno una realtà. Come mai? Il perché lo abbiamo chiesto al professor Massimo Andreoni, emerito di Malattie Infettiva all’Università di Roma Tor Vergata.
“In Italia ormai è una realtà la modificazione del clima, quindi la cosiddetta tropicalizzazione“, spiega il professore. Si tratta del cambio del clima di una regione verso caratteristiche fenomeniche tipiche delle regioni tropicali, con temperature più elevate, precipitazioni rare ma violente e abbondanti, concentrate solo in alcuni periodi. Derivato contemporaneamente dal globale innalzamento delle temperature e dall’inquinamento, che ne è la prima causa.
La migrazione di nuovi animali
La migrazione di animali e specie che normalmente vivono in habitat tropicali è conseguenziale e anche pericolosa. “In Italia, proprio a causa della tropicalizzazione, ormai da più di vent’anni è arrivata la zanzara tigre – conferma Andreoni – che è competente per la trasmissione della Dengue. Quindi man mano che più frequentemente arriveranno persone in Italia, e la globalizzazione fa sì che questo accada frequentemente con il turismo, è un rischio sempre che aumenta nel tempo. Insieme al fatto che l’Italia ormai sia un Paese in cui le zanzare si adattano bene a vivere e hanno un periodo anche sempre più lungo nel quale possono trasmettere la malattia. Si è allungato anche il tempo in cui la zanzara rimane in uno stato di latenza e quindi che abbia prodotto le sue uova prima che queste si schiudano e diano vita delle nuove zanzare”.
“Questo periodo, che durava tutto l’inverno, si protraeva anche per un lungo periodo autunnale in parte anche primaverile. Ora si sta accorciando sempre di più perché il tempo fa sì che le zanzare schiudano le proprie uova molto prima e quindi ci sia una maggiore circolazione di di zanzare”, conclude il professore.
Le misure di precauzione
Per contrastare la tropicalizzazione e la diffusione di malattie come la Dengue, il monitoraggio della circolazione delle zanzare e una conseguente riduzione artificiale sono necessari. Una disinfestazione ambientale “molto difficile a farsi”, secondo il prof. Andreoni. Al momento è opportuno “tenere sotto stretto monitoraggio le persone affette da Dengue, per isolarle il più possibile ed evitare che vengano punte da zanzare autoctone”.
In senso più ampio, dall’Organizzazione mondiale della sanità è arrivato un manuale rivolto a tutti gli stati europei per tenere sotto controllo le zanzare. Il “Manual on prevention of establishment and control of mosquitoes of public health importance in the WHO European Region (with special reference to invasive mosquitoes).
Le misure e le strategie sono approfondite rispetto a quattro possibili scenari:
- specie invasiva potenziale vettore non presente in un dato Paese ma con rischio reale di introduzione e stabilizzazione
- specie esotica appena introdotta e recentemente stabilizzata in un’area limitata (meno di 25 Km²)
- specie invasiva che si è stabilizzata in un’area superiore a 25 Km² oppure specie autoctona per cui l’eradicazione non è più possibile
- trasmissione locale confermata di malattia trasmessa da vettori che implica la presenza di zanzare nelle immediate vicinanze dei casi.
I due interventi principali riguardano l’utilizzo di insetticidi larvicidi o adulticidi, in base al pericolo rappresentato dalle zanzare o dalle uova. Viene presentato anche un elenco delle sostanze approvate e di quelle pericolose anche per l’uomo, con un riferimento anche all’habitat più consono per non causare danni. In Italia regioni come Veneto, Emilia-Romagna e Lazio hanno adottato varie versioni del documento e procedono annualmente ai monitoraggi.
“Il controllo ambientale della circolazione delle zanzare deve essere il primo obiettivo, la strada per contrastare la Dengue”, conclude il professore.
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