DestinE: il digital twin della Terra per contrastare la crisi del clima e prevenire i suoi effetti
151 morti e un conto da 13,4 miliardi di danni per inondazioni, incendi, piogge torrenziali, frane, siccità e caldo estremo. Sono gli effetti nefasti della crisi climatica nel 2023, in Europa.
Numeri drammatici destinati ad aumentare anche perché, come rileva Copernicus, nel 2023 sono stati superati tutti i record di temperature, surriscaldamento delle acque dei mari ed esondazioni dei fiumi.
La Commissione europea, dunque, prova a correre ai ripari, migliorando la sua capacità di anticipare i cambiamenti climatici e gli eventi più disastrosi.
Al via i primi due modelli del DestinE, un gemello digitale della Terra
Entrano in attività i primi due modelli del sistema Destination Earth (DestinE) un gemello digitale della Terra. Il primo per studiare le politiche di adattamento alla crisi del clima fino al 2040-2050. Stabilirà, ad esempio, dove installare un impianto di energia rinnovabile al riparo da possibili rischi di eventi estremi. Ha una risoluzione massima di 5 chilometri, contro i 100 degli attuali modelli utilizzati. ll secondo, è pensato per fornire previsioni meteorologiche che consentano di anticipare, e quindi prevenire, eventi catastrofici. Ed attivare rapide contromisure di evacuazione e protezione. Lavora con pochi giorni di anticipo e ha una risoluzione di 2-4 chilometri su scala globale, che diventano 500-700 metri se si studiano regioni specifiche.
Il sistema nasce per attrezzare i supercomputer dell’Ue a simulare gli effetti del cambiamento climatico e degli eventi meteorologici estremi. L’obiettivo è raccogliere dati e facilitare il lavoro di prevenzione degli avvenimenti peggiori.
Chi ha lavorato al progetto e il contributo economico dell’Ue
Il contributo dell’Ue, che coprirà le prime due fasi del progetto è di circa 315 milioni di euro. A Destination Earth hanno lavorato il Centro europeo per le previsioni meteo di medio termine (Ecmwf), l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Organizzazione europea per lo sfruttamento dei satelliti meteo (Eumetsat, che aggrega 30 paesi dell’area), più 116 organizzazioni, tra università, centri di ricerca, aziende (60) e piccole e medie imprese (24). Nello specifico, Eumetsat si occupa della massa di dati da analizzare, Esa della piattaforma dove farli girare. Ecmwf ha sviluppato i gemelli digitali appoggiandosi a tre dei supercomputer europei: l’italiano Leonardo, lo spagnolo Mare Nostrum 5 e Lumi, situato in Finlandia.
Le potenzialità rispetto ai modello già esistenti
Secondo la Commissione, Destination Earth ha vantaggi evidenti rispetto ai modelli oggi esistenti che non riescono ad identificare e rappresentare eventi meteo su piccola scala. Il gemello europeo è nato proprio per fare previsioni meteo a livello locale e per essere alimentato con flussi di dati in tempo reale. Destination Earth raggiungerà la sua configurazione completa e definitiva nel 2030, ma già a giugno la Commissione vuole rilasciare un terzo gemello dedicato allo studio degli oceani. Altri, ancora, saranno rilasciati nel 2025 e nel 2026.
Chi potrà consultare DestinE
Il gemello della Terra è aperto a pubbliche amministrazioni, università e centri di ricerca, anche di paesi fuori dell’Ue. È chiaro che le risorse sono limitate e l’uso di DestinE dovrà essere pianificato con ordini di priorità sulle interrogazioni a cui dare la precedenza.
Per la vicepresidente per la concorrenza, Margrethe Vestager, è “un vero cambiamento nella nostra lotta contro il cambiamento climatico. Consentirà – spiega – all’Ue di osservare “le sfide ambientali che ci aiuteranno a prevedere gli scenari futuri, come non abbiamo mai fatto prima”.
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