Disastri climatici e cambiamenti demografici, Aduc chiede strategie politiche
Negli ultimi anni, i disastri climatici hanno avuto un impatto devastante sulle comunità di tutto il mondo, non solo in termini di danni fisici, ma anche in termini di migrazioni forzate e cambiamenti demografici. Secondo quanto affermato da Vincenzo Donvito Maxia, presidente dell’Associazione dei Consumatori Aduc, è fondamentale riconoscere il legame tra crisi ambientale e spostamenti di popolazione. La crescente insicurezza alimentare e l’intensificarsi dei conflitti sono alimentati da fattori climatici che mettono a repentaglio la vita di milioni di persone.
Entro il 2050 oltre 200 milioni di persone saranno costrette il loro Paese a causa del cambiamento climatico
Recentemente, il World Migration Report 2024 dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha messo in luce che entro il 2050, circa 216 milioni di persone potrebbero essere costrette a lasciare le loro case all’interno dei loro paesi a causa del cambiamento climatico. Questo fenomeno si verifica in tutte le regioni del mondo, con l’Africa, l’Asia e le Americhe tra le più colpite. Ad esempio, in Africa, le crisi legate alla siccità e alle inondazioni hanno già portato a milioni di spostamenti interni.
In particolare, eventi catastrofici come le alluvioni in Pakistan nel 2022 hanno causato la morte di quasi 1.700 persone e il dislocamento di oltre 8 milioni di persone. Anche Bangladesh ha visto migliaia di displacements, con oltre 1,5 milioni di persone costrette a lasciare le loro case nel 2022 a causa di disastri naturali.
L’associazione dei consumatori Aduc lancia appello alla politica
Maxia sottolinea l’importanza di considerare non solo i fattori climatici, ma anche quelli socioeconomici e politici che contribuiscono a questa crisi migratoria. Le politiche governative spesso non riescono a rispondere adeguatamente alle esigenze delle popolazioni vulnerabili. La gestione della risorsa idrica, ad esempio, è diventata un terreno di conflitto in molte regioni, mentre la governance inadeguata ostacola le capacità di adattamento delle comunità.
Consapevolezza, strategie e iniziative
In questo contesto, è fondamentale che i governi, le organizzazioni e la società civile lavorino insieme per sviluppare strategie che affrontino non solo le cause, ma anche gli effetti della migrazione climatica. Investire in misure di adattamento e resilienza può aiutare a mitigare l’impatto del cambiamento climatico e a sostenere le comunità più vulnerabili.
L’Aduc invita i consumatori e i cittadini a essere consapevoli di questi sviluppi e a sostenere iniziative che promuovono la giustizia climatica e i diritti dei migranti. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo affrontare le sfide globali che ci attendono.
Le devastazioni ambientali in Italia e non solo
“E’ straziante vedere emergere in questi giorni il quadro delle devastazioni ambientali. Quelle italiane ed europee, quella americana dell’uragano Helene e le tante altre di cui poco abbiamo informazione ché sembra che pagine e parole e immagini che i nostri giornali e tg dovrebbero/potrebbero dedicarvi, non abbiano più spazio a disposizione”. Lo Afferma il presidente Aduc Maxia. “Non è solo la distruzione fisica sopportata dai molti. Ma anche il fatto che i diversi Paesi inclusa l’Europa, e l’Italia con quanto accade in Romagna, e poi in Lombardia e in Piemonte e in Toscana, e in Campania e in Sicilia, si continua a camminare nel sonno verso un domani in cui quanto abbiamo assistito in queste settimane sembra che stia diventando la norma, costringendo milioni di persone a trasferirsi mentre le loro comunità diventano sempre più invivibili”.
Disastri climatici e cambiamenti demografici: gli scenari
Sempre Maxia riflette sul fatto che nonostante non si riesca a prevenire questi fenomeni (ad esempio i terremoti), la popolazione resti comunque sul territorio. “Una fotografia che ci mostra quanto siamo in ritardo per prevenire un futuro riscaldamento, avendo a malapena investito per adattarci a quello già in corso. Non ci siamo ancora confrontati con la realtà che il cambiamento climatico altererà drasticamente la demografia, e le comunità che non si adegueranno saranno più anziane e meno fisicamente capaci.
La politica ha solo leggermente sfiorato questo nuovo contesto, dovendosi anche scontrare con quelli che lo negano e che, in Italia ma non solo, sono tra quelli che decidono per tutti, senza rendersi conto che, pur se difendono “il proprio giardino”, è anche il terreno sotto i loro prati che viene meno”.
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