Discariche abusive, sequestri e rifiuti pericolosi: cittadini pronti alle azioni legali
Un sequestro di una discarica abusiva a Chioggia. Rifiuti pericolosi interrati in Sicilia. Situazione calda da nord a sud in tutta Italia con pesanti ripercussioni sulla salute per i cittadini. Insieme all’intervento delle forze dell’ordine si mobilitano comitati e anche esponenti politici. Ma non solo. Si fa largo l’esigenza di nuove norme, sempre più stringenti mentre la giurisprudenza nazionale e comunitaria apre le porte anche ad azioni legali. Iniziative, quest’ultime, finalizzate a spingere le istituzioni a trovare soluzioni per garantire il diritto a vivere in un ambiente salubre.
Il sequestro di Chioggia
La Sezione Operativa Navale di Chioggia, nell’ambito di un servizio volto alla tutela dell’ambiente, ha sequestrato una discarica abusiva di 1600 metri quadri costituita all’interno di un terreno agricolo, in prossimità dell’argine del fiume Bacchiglione, in località Ca’ Lino nel territorio del Comune di Chioggia. militari di Chioggia hanno sequestrato circa 6.000 kg di rifiuti pericolosi tra cui lastre di amianto all’interno del terreno di proprietà di una società agricola e denunciato un responsabile. I rifiuti, di cui si ignora la provenienza, saranno avviati a regolare smaltimento a spese della ditta proprietaria del terreno che ha l’obbligo del ripristino dello stato dei luoghi.
Catania, discarica in ex cartiera Fiumefreddo
“Discariche abusive, rifiuti pericolosi interrati e un ecomostro. L’area dell’ex cartiera Siace di Fiumefreddo di Sicilia versa in un pericoloso stato d’abbandono da quasi vent’anni. Non è stata mai realizzata un’opera di bonifica completa e oggi l’area continua a essere utilizzata come discarica abusiva di ogni tipo di rifiuto”. Lo scrivono i deputati del Pd all’Ars Fabio Venezia, Ersilia Saverino e Giovanni Burtone, in un’interrogazione al presidente della Regione Siciliana, all’assessore del Territorio e all’assessore dell’Energia, a cui chiedono “quali misure si intende adottare per un’immediata bonifica e messa in sicurezza dell’area e per una rifunzionalizzazione e valorizzazione”. ,
“Un incendio di natura dolosa nei primi anni 2000 ha evidenziato la presenza di amianto sbriciolato, bidoni di coloranti e collante interrati tanto da far scattare il sequestro da parte dell’autorità giudiziaria – proseguono – Per il sito si era prospettato un futuro come area direzionale del Parco tecnologico-scientifico di Catania o da Parco tematico senza che alcun progetto sia mai diventato operativo. E l’area rappresenta oggi un grave rischio per l’ambiente e la salute della popolazione locale e dei turisti che affollano l’arenile, oltre che a penalizzare la bellezza, le attrattive e la fruizione turistica del luogo”.
Share this content: