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Ecomafia, le 15 proposte di Legambiente per combatterle

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Ecomafia, le 15 proposte di Legambiente per combatterle

Legambiente chiede al governo Meloni “un impegno serio nella lotta alle ecomafia” e lancia 15 proposte per sconfiggerle. Un messaggio che l’associazione ambientalista ha ribadito anche con la sua Goletta Verde. Si tratta della campagna storica che monitora ogni estate lo stato di salute di mare e coste. Al suo ultimo giorno di tappa nel Lazio, ha esposto durante la navigazione lungo le coste laziali lo striscione ‘No ecomostri, No ecomafie’.

Le 15 proposte di Legambiente

Quindici le proposte che l’associazione ambientalista indirizza all’Esecutivo per “avvicinare il quadro normativo ai principi sanciti in Costituzione. Di queste sei sono i pilastri su cui lavorare in maniera prioritaria. Recepire quanto prima la nuova direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente, approvata dal Parlamento europeo il 27 febbraio 2024, che introduce nuove fattispecie di reato rispetto a quelle già previste dal nostro Codice penale e prevede l’adozione di strategie nazionali contro la criminalità ambientale. Poi, introdurre nel Codice penale i delitti contro le agromafie. Introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali. Restituire ai prefetti pieni poteri per la demolizione degli immobili che i Comuni non hanno abbattuto, a partire dall’ultimo condono edilizio; inasprire le sanzioni contro i reati nel ciclo dei rifiuti. Completare l’approvazione dei decreti attuativi del Sistema nazionale di protezione ambientale e potenziare gli organici delle Agenzie regionali, per garantire controlli adeguati sul Pnrr e sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026”.



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Ecomafie: cosa può e deve fare il Governo

“In questi tre decenni il Rapporto Ecomafia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente è diventato sempre più un’opera omnia per analizzare i fenomeni criminali legati al business ambientale. Questo, grazie anche a contributi istituzionali di rilievo, come dimostra l’edizione 2024.

Dalla nostra analisi, emerge però che c’è ancora molto da fare nel nostro Paese. Continuano a mancare norme importanti, come quelle che dovrebbero semplificare gli abbattimenti degli ecomostri, assegnando ai Prefetti l’esecuzione delle ordinanze di demolizione mai eseguite nei decenni passati.

Ma non solo. L’inserimento nel Codice penale dei delitti commessi dalle agromafie. E oppure l’approvazione dei decreti attuativi della legge istitutiva del Snpa per rendere più efficaci i controlli pubblici delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente.

Dal governo Meloni ci aspettiamo un segnale di discontinuità. Serve approvare quanto prima le riforme necessarie per rafforzare le attività di prevenzione e di controllo. Ne gioverebbero molto la salute delle persone, degli ecosistemi, della biodiversità e quella delle imprese sane. Queste ultime continuano ad essere minacciate dalla concorrenza sleale praticata da ecofurbi, ecocriminali ed ecomafiosi”.

Il ciclo del cemento e non solo

“La voce più pesante dell’illegalità legata al ciclo del cemento, come denunciamo ogni anno con forza, e quella dovuta alla miriade di abusi edilizi che viene realizzata nel nostro Paese.

Con il decreto ‘Salva casa’ – aggiunge Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e legalità – a cui Legambiente ha presentato una serie di emendamenti, si corre il rischio di alimentare nuovi abusi.

Ma deve preoccupare molto anche la crescita dei reati nella gestione dei rifiuti, con pratiche illegali che minacciano l’economia circolare.

Così come seguiremo con attenzione quanto sta accadendo nella raccolta dei Raee (i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche). Qui diminuisce la quantità di quelli avviati al riciclo e aumentano le esportazioni illegali, verso Asia e Africa.

E manterremo sotto osservazione il mercato illecito degli F-gas, i gas refrigeranti, che vede l’Italia tra i paesi più esposti”.

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