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Ecotassa in Italia: cosa cambia per fitosanitari e fertilizzanti

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Ecotassa in Italia: cosa cambia per fitosanitari e fertilizzanti

Dal fast-fashion ai SUV, fino ai fitosanitari e fertilizzanti ma non solo: continua a crescere l’attenzione delle istituzioni all’inquinamento ambientale e al contrasto di questo (anche) attraverso la cosiddetta ecotassa.

L’ultima novità in territorio nazionale a riguardo, arriva con una circolare di recente pubblicata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MASAF), relativa proprio all’ecotassa stabilita per i prodotti ampiamenti utilizzati in agricoltura.

Il documento, che vuole guidare gli operatori del settore attraverso le nuove disposizioni introdotte nell’ultimo provvedimento normativo del giugno 2023, presenta tuttavia ancora zone d’ombre ad anomalie.

L’ecotassa su fitofarmaci e fertilizzanti: le novità

L’ecotassa sui prodotti fitosanitari, i coadiuvanti e i fertilizzanti di sintesi, classificati come pericolosi per l’uomo e l’ambiente, esiste in Italia dal lontano 1999. Questa tuttavia, è solo di recente che ha visto due importanti aggiornamenti, uno nel 2022 e l’ultimo a giugno 2023.

Come spiega nel nuovo documento il Masaf, uno dei cambiamenti più significativi riguarda la destinazione dei proventi dell’ecotassa, ora devoluti al “Fondo per lo sviluppo della produzione biologica”. Questo sostituisce il precedente “Fondo della ricerca in agricoltura biologica e di qualità”. Tuttavia, resta da chiarire l’impatto pratico di questa modifica e se comporterà esclusioni per l’agricoltura non biologica.

Non solo, come spiega anche Agronotizie, la circolare volta a fornire chiarimenti sulle frasi di rischio e gli adempimenti previsti dalla nuova legislazione, non chiarisce tuttavia le anomalie presenti nella normativa. In particolare quelle riguardanti le frasi di rischio multinorma, ancora utilizzate nel documento nonostante siano passati più di 13 anni da quando le sostanze pericolose non possono più includere tali frasi nelle etichette. Secondo la normativa infatti, i prodotti fitosanitari e i coadiuvanti che riportano queste frasi di rischio devono pagare un’ecotassa equivalente al 2% del loro fatturato dell’anno precedente (inizialmente con una percentuale prevista dello 0,5%).

Chi paga e come l’ecotassa su fitosanitari e fertilizzanti

Per i prodotti fitosanitari e i coadiuvanti, l’ecotassa è pagata dai titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio ossia i “produttori nazionali” e gli “importatori” ma anche le “figure equipollenti”, si legge nella normativa. Sebbene normalmente è il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio di un prodotto fitosanitario ad essere il primo soggetto che può commercializzarlo in Italia e quindi ad essere responsabile del pagamento dell’ecotassa, queste specifiche sugli altri soggetti hanno l’obiettivo di non escludere nessuno dal pagamento.

Questo, si apprende dalla nuova nota, deve avvenire tramite il sistema PagoPa o tramite altri canali autorizzati. I soggetti interessati devono effettuare due rate semestrali, entro il 15 luglio e il 15 gennaio dell’anno successivo, in base al fatturato dei prodotti soggetti all’ecotassa.

In merito ai fertilizzanti di sintesi, la questione sembra più chiara o addirittura definita senza possibilità di fraintendimenti: secondo quanto stabilito nel regolamento dell’Unione Europea 2019/2009, è il fabbricante ad essere responsabile del pagamento dell’ecotassa.



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Nuove procedure a partire dal 2024

Viene inoltre stabilito che, Da gennaio 2024, per prevenire pagamenti parziali, le aziende e gli operatori sono tenuti ad inserire sul portale informatico del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian) il bilancio dell’anno precedente e una autocertificazione, firmata dal legale dell’azienda che confermi quanto dichiarato.

Questo adempimento dovrà essere effettuato a regime entro il 15 luglio di ogni anno, ma per il primo anno la scadenza per questo adempimento è stata fissata al 31 marzo 2024. Tuttavia, considerando che si tratta di una nuova pratica e che si sono verificati diversi problemi tecnici che hanno spesso impedito il corretto caricamento della documentazione sul sito del Sian, dal MASAF fanno sapere che sarà concesso un certo grado di indulgenza per i ritardatari.

Sanzioni

Tuttavia nel documento si precisa che per gli inadempienti, sono previste sanzioni, che non saranno gestite dal Dipartimento della sovranità alimentare e dell’ippica, bensì dal Dipartimento della sovranità alimentare e dell’ippica (Dsa) – Direzione generale degli affari generali e del bilancio (Agebil), come stabilito dalla riforma del Decreto del Presidente della Repubblica del 16 ottobre 2023, numero 178.

Il rischio di ricadute sugli agricoltori

Nonostante i vari aggiornamenti della normativa, in più dal settore dei fitosanitari avvertono circa le possibili ripercussioni sugli agricoltori. L’ecotassa, con cui si stima saranno raccolti decine di milioni di euro ogni anno destinate allo sviluppo del biologico, rischia di ricadere sui costi dei fertilizzanti e degli altri prodotti fitosanitari utilizzati dagli agricoltori.

Sul suo profilo Linkedin, Giorgio Cappellari, consigliere delegato di Fomet, società impegnata nella produzione e commercializzazione di fertilizzanti per l’agricoltura, a dicembre 2023 definitiva la normativa “una tassa inutile, dannosa, difficile da calcolare (…) che va a colpire un settore in difficoltà e i cui proventi non andranno sicuramente a vantaggio degli agricoltori”.

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