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Gas serra: l’Italia taglia le emissioni del 26%, ma i trasporti superano i limiti UE

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Gas serra: l’Italia taglia le emissioni del 26%, ma i trasporti superano i limiti UE

Emissioni gas serra in Italia: un bilancio ambivalente tra progressi e criticità

L’Italia ha registrato nel 2023 una riduzione storica delle emissioni di gas serra del 26% rispetto al 1990, raggiungendo 385 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente, con un calo del 6.8% rispetto al 2022. I dati dell’Ispra, contenuti nell’ultimo Inventario nazionale delle emissioni dei gas serra, offrono un quadro complesso: da un lato, successi in settori chiave come industria ed energia; dall’altro, un nodo irrisolto nei trasporti, che rischia di compromettere gli obiettivi climatici europei.

I numeri chiave: un trend positivo con eccezioni

La riduzione del 26% rispetto al 1990 è un risultato significativo, frutto di anni di transizione energetica e miglioramenti tecnologici. Nel 2023, le emissioni sono scese ulteriormente del 6.8% rispetto al 2022, segnando un’accelerazione negli ultimi anni. Tuttavia, non tutti i settori contribuiscono allo stesso modo:

  • Industria e costruzioni: -45.2% nel 2023, grazie a processi più efficienti e all’uso di materiali a basso impatto.
  • Industrie energetiche: -47.3% nel 2023, nonostante un aumento della produzione di energia totale (+22% rispetto al 1990) e dei consumi elettrici (+31%).
  • Trasporti: +7% rispetto al 1990, con emissioni stradali ferme ai livelli del 2014.

Trasporti: il settore che non decolla

Il trasporto stradale, responsabile del 90% delle emissioni del settore, è il vero tallone d’Achille della decarbonizzazione italiana. Nonostante le direttive UE, le emissioni non solo non diminuiscono, ma hanno contribuito al superamento dei limiti europei (Effort Sharing Regulation) per tre anni consecutivi:

  • 2021: +5.5 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente (MtCO₂ eq) rispetto al tetto consentito.
  • 2022: +5.4 MtCO₂ eq.
  • 2023: +8.2 MtCO₂ eq, il peggior risultato degli ultimi anni.

Questo trend riflette una mancata transizione verso mobilità sostenibile, nonostante gli incentivi per veicoli elettrici e le politiche di riduzione del traffico urbano. L’Ispra sottolinea che i trasporti rappresentano il 28% delle emissioni nazionali, superando settori tradizionalmente inquinanti come l’industria.

Contributi settoriali: dove si concentrano le emissioni

Oltre ai trasporti, i principali contributori sono:

  1. Produzione di energia (21%): pur in calo, rimane un settore critico, legato alla transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili.
  2. Residenziale (18%): il riscaldamento degli edifici, spesso basato su gas e combustibili solidi, richiede interventi di riqualificazione energetica.
  3. Industria manifatturiera (13%): nonostante i progressi, rimane un ambito dove l’efficienza può essere ulteriormente migliorata.

Le sfide per il futuro: come invertire la rotta

Per raggiungere gli obiettivi UE, l’Italia deve affrontare tre priorità:

  1. Accelerare la decarbonizzazione dei trasporti: investire in infrastrutture per veicoli elettrici, potenziare il trasporto pubblico e promuovere la mobilità ciclabile.
  2. Rafforzare l’efficienza energetica: migliorare l’isolamento degli edifici e incentivare il passaggio a pompe di calore.
  3. Ridurre la dipendenza da combustibili fossili: aumentare la quota di rinnovabili nella produzione di energia, sfruttando risorse come solare e eolico.

Un percorso a due velocità

Il 2023 segna un passo avanti nella lotta al cambiamento climatico, ma l’Italia non può permettersi di sottovalutare il settore dei trasporti. Mentre industria ed energia dimostrano resilienza e capacità di innovazione, la mobilità rimane un freno strutturale, con ripercussioni non solo ambientali, ma anche economiche (multe UE per il superamento dei limiti). La sfida è trasformare i trasporti da problema a opportunità, integrando politiche nazionali con investimenti mirati e una cultura della sostenibilità. Solo così sarà possibile mantenere la rotta verso un’economia a basse emissioni.

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