Nucleare: intelligenza artificiale acceleratore del ritorno. E l’Italia ha già un piano
La “fame” di energia aumenta ed anche l’Intelligenza Artificiale fa la sua parte. Per questo il nucleare è tornato prepotentemente al centro del dibattito energetico internazionale. Ma anche l’Italia ha le antenne dritte del tema con il Governo che non ha mai nascosto i suoi programmi sul nucleari confermando intenzioni e strategie anche in questi ultimi giorni.
L’accordo tra Microsoft e Constellation Energy per riaprire la centrale del terribile incidente in Pennsylavania del 1979
La notizia che ha maggiormente colto l’attenzione arriva comunque dagli Stati Uniti dove sta per riaprire la centrale di Three Mile Island, in Pennsylvania. Microsoft e Constellation Energy hanno appena svelato un accordo per l’acquisto di energia prodotta dal reattore della centrale.
Perché tanto clamore? Nell’area dell’impianto si trova il reattore TMI-2, spento nel 1979 in seguito all’incidente che rimarrà impresso nella storia americana come il più grave da nucleare mai avvenuto negli Usa. Il 18 marzo 1979 è avvenuta una parziale fusione del nocciolo del reattore TMI- 2, che ha portato al rilascio in atmosfera di piccole quantità di gas radioattivi e di iodio radioattivo. Come è successo?
L’aumento della pressione del refrigerante nel circuito di raffreddamento del nocciolo ha portato all’apertura di una valvola di rilascio, che però non si chiuse dopo l’arresto di emergenza del reattore. L’insufficiente addestramento dei tecnici e la strumentazione carente fecero sì che il circuito di raffreddamento si svuotò, senza raffreddare il calore residuo nel nocciolo del reattore.
Intelligenza artificiale e data center richiedono sempre maggiori sforzi energetici
Microsoft riceverà per 20 anni energia nucleare dall’Unità 1 del reattore dormiente da 835 megawatt TMI-1, nella centrale di Three Mile Island. Cosa ha spinto Microsoft e Constellation a riaprire l’impianto? La risposta è semplice: la crescita esponenziale della domanda di energia collegata al boom di Intelligenza Artificiale e data center.
In particolare, il consumo di elettricità per i data center negli Stati Uniti dovrebbe crescere del 30% dal 2022 al 2026, fino a raggiungere i 260 TWh, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia. Trend da non sottovalutare, se si considera che il mondo è entrato in una fase cruciale del percorso verso la decarbonizzazione. Sempre più settori industriali stanno adottando innovazioni che portano vantaggi in termini di produttività e minori emissioni di CO2. Il rovescio della medaglia è che molto spesso l’elettricità per alimentarla proviene da fonti fossili.
Decarbonizzare
In questo caso Microsoft, d’accordo con Constellation, ha scelto di puntare sul riavvio di un reattore in disuso, che si trova accanto a quello danneggiato nell’incidente che segnato il destino dell’industria nucleare americana. Una scelta in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione, poiché mira a soddisfare la crescente domanda di elettricità con fonti a zero emissioni di carbonio. Riattivare il reattore TMI – 1 costerà 1,6 miliardi di dollari, secondo le stime di Constellation. I crediti d’imposta sull’energia nucleare previsti dalla legge sul clima del 2022 avranno un cruciale per il progetto, secondo il Washington Post.
L’accordo rappresenta un “pietra miliare negli sforzi di Microsoft per aiutare a decarbonizzare la rete, a sostegno del nostro impegno per raggiungere le 0 emissioni nette”. Lo ha detto Bobby Hollis, Responsabile energia dell’azienda.
Il dibattito sul nucleare
La crescita della domanda di elettricità aumenta la concorrenza sull’energia, che diventa sempre più costosa. Una catena di eventi che sta facendo tornare il nucleare protagonista nel dibattito pubblico. Infatti, l‘aumento della domanda di elettricità e la strada tracciata per contrastare il cambiamento climatico rischiano di creare la tempesta perfetta che metterà a rischio la sicurezza energetica di diverse nazioni. La ragione è che attualmente le rinnovabili nella maggior parte dei Paesi, non riescono a sostituire completamente le fonti fossili, nonostante la crescita importante degli ultimi anni.
La Gran Bretagna in sofferenza dopo la chiusura della centrale di Ratcliffe
L’esempio più lampante arriva dalla Gran Bretagna, che rischia di rimanere al buio dopo lo spegnimento della centrale a carbone di Ratcliffe. Infatti, l’impianto a carbone aperto negli anni 60′ è l’ultimo di questo tipo e genera abbastanza elettricità per alimentare circa 2 milioni di abitazioni. Nel 1990, il carbone forniva l’80% dell’elettricità del Regno Unito, percentuale scesa all’1% lo scorso anno. Oggi il 34,7% dell’elettricità britannica proviene dal gas, il 32,8% da rinnovabili, l’11,6% dalla bioenergia e il 13,8% dal nucleare.
E l’Italia? Il Ministro all’Ambiente Pichetto: “Nucleare di nuova generazione unica soluzione per il futuro“
Il Governo italiano ha deciso di puntare fortemente su questa fonte per assicurare la sicurezza energetica nazionale e abbassare i prezzi dell’energia.
“La soluzione per il futuro è il nuovo nucleare, e noi ci stiamo su. Per fare la produzione di uno small reactor grande quanto questo servono duemila ettari di fotovoltaico. La soluzione che dobbiamo perseguire nel massimo della sicurezza sta in questo percorso”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin intervenendo a Divinazione Expo 24 a Siracusa.
Sempre il ministro era stato chiaro neo giorni scorsi. ”Se la proiezione è quella che la domanda continua a crescere, per arrivare a raddoppiare al 2050, l’unica soluzione alternativa che abbiamo in questo momento è il nucleare di nuova generazione, L’azione da svolgere in questo momento è un’azione sui costi, che significa arrivare a incrementare con le rinnovabili” la quantità di energia a disposizione. ”Quando dico di rinnovabili parlo di geotermico, fotovoltaico, eolico, poi c’è la sfida dell’idrogeno”.
Le rinnovabili restano comunque in pista
Sulle rinnovabili la posizione del ministro Pichetto è piuttosto chiara. ”Noi andiamo avanti certamente, dobbiamo trovare dei punti di equilibrio”, prosegue il ministro. ”Io ho presentato un decreto per fare delle grandi piattaforme di eolico offshore in alto mare di grandi dimensioni”. Tuttavia ”per fare la produzione di 300 megawatt di nucleare ci vanno 2.000 ettari di fotovoltaico. Questo per dare un’idea di quello che è il rapporto ad occupazione del territorio”. Il nucleare di nuova generazione è ”qualcosa completamente diverso da quello che è stato l’oggetto dei referendum”. ”Parliamo di qualcosa di diverso dalle grandi centrali nucleari”. Oggi le tecnologie ”ci permettono di avere impianti, piccoli moduli, e questo permette anche di fare un ragionamento”.
Salvini propone di fare un reattore nucleare a Milano
“Il nucleare è nato in Italia, abbiamo ingegneri che stanno portando la sapienza nucleare in Europa e nel mondo e quindi io conto che sia un dovere di questo governo riportare anche l’energia nucleare in questo Paese”. Lo ha invece detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, a margine delle celebrazioni dei cento anni dell’autostrade A8.
Un’occasione per rilanciare la proposta di realizzare a “Milano, capitale dell’innovazione e della visionarietà, un reattore di nuova generazione. Milano ha sempre guardato più avanti e detto ‘sì’ all’innovazione, quindi – si è chiesto Salvini – perché non” realizzarlo qui?. Il nucleare di ultima generazione “è la forma di energia più sicura e più green”, ha sottolineato il ministro, evidenziando che “la Lombardia può essere ancora più competitiva con una forma di energia meno costosa rispetto all’attuale”.
Orsini (Confindustria): “Ritorno è strategico, non si può perdere altro tempo”
”Siamo convinti che il ritorno al nucleare sia strategico”. Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, nel corso del suo intervento all’assemblea annuale. ”Tutti noi abbiamo imparato che l’indipendenza energetica è questione di sicurezza nazionale. Allora perché tutti insieme non appoggiamo il nucleare di ultima generazione, invece di continuare a rifornirci a prezzi crescenti dalle vecchie centrali nucleari francesi?”, chiede il presidente. ”Sì, nel nuovo piano energetico se ne parla. Ma sappiamo tutti che, se cominciassimo oggi, ci vorrebbero almeno dodici anni per poterlo utilizzare. Non possiamo perdere altro tempo”.
Bonelli. “Nucleare triplica costo energia, chi paga?”
Critico invece il parere del portavoce di Europa Verde e deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.”Il ministro Pichetto Fratin ha annunciato una legge da parte del governo per riportare il nucleare in Italia dopo che ben due referendum popolari avevano abrogato, prima nel 1987 e poi nel 2011, la produzione di energia nucleare nel nostro Paese. Lo ha fatto davanti all’assemblea di Confindustria. Ma il ministro non ha spiegato e non ha detto chi pagherà il nucleare in Italia considerato che in Europa a partire dalla Francia è finanziato dallo Stato. I dati parlano chiaro: il nucleare porta alla triplicazione dei costi dell’energia come dimostra l’accordo franco inglese che ha sterilizzato il prezzo dell’energia nucleare a 120 € /Mwh”.
Verso un terzo referendum?
“Tra 2009 e il 2022 – aggiunge Bonelli -, i costi di produzione dell’energia onshore e del solare sono diminuiti rispettivamente del 70% e del 90%, mentre quelli del nucleare sono aumentati del 33%. Oggi i costi di produzione, per i nuovi progetti solari ed eolici, sono per MWh: tra i 30 e i 40 euro per il solare fotovoltaico; da 40 a 50 euro per l’energia eolica onshore; da 50 a 80 euro per l’energia eolica. I costi di produzione per il nucleare variano da 90 a 120 euro per MWh. Entro il 2050, l’agenzia internazionale per l’energia prevede un calo solo del 7% dei costi nucleari, un calo notevole di almeno il 50% in quelli dell’energia solare ed eolica offshore e una riduzione del 14% per l’energia eolica onshore”.
“La tecnologia Smr è stata abbandonata dai francesi e americani perché costosa. Perché il governo vuole aumentare, anzi triplicare, il costo dell’energia per la realizzazione di centrali che se va bene saranno pronte tra 15 anni? Se ci sarà la legge ci sarà il terzo referendum”. Conclude così Bonelli.
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