L’Europa adotta limiti più severi per l’inquinamento atmosferico
L’Unione Europea ha approvato limiti più restrittivi per l’inquinamento atmosferico, con una nuova Direttiva europea sulla Qualità dell’Aria e dell’Ambiente. Una decisione accolta favorevolmente da ambientalisti e attivisti per la salute pubblica. La revisione della Direttiva europea rappresenta un passo importante verso una maggiore tutela della salute dei cittadini, avvicinando l’Europa agli standard raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La nuova direttiva: cosa cambia?
La Direttiva europea sulla Qualità dell’Aria e dell’Ambiente, recentemente approvata durante un summit del Consiglio dell’Unione Europea a Lussemburgo, stabilisce limiti più rigidi per gas nocivi come ossidi di zolfo (SOx) e azoto (NOx), nonché per le particelle fini (PM) emesse da traffico e combustione di carbone e legna. Questi nuovi standard, pur non allineandosi completamente alle raccomandazioni dell’OMS, rappresentano un significativo miglioramento rispetto ai limiti attuali.
Secondo Emma Bud, avvocato del gruppo ambientalista ClientEarth, si tratta di un’opportunità rara e preziosa per proteggere la salute pubblica. “Siamo lieti che i legislatori abbiano colto questa occasione per rivedere gli standard e migliorare la qualità dell’aria,” ha dichiarato.
Il diritto alla salute e l’aria pulita
Un aspetto particolarmente rilevante della nuova direttiva è la possibilità per i cittadini di ricorrere alla giustizia qualora i governi non rispettino i nuovi limiti. ClientEarth, che sta supportando i cittadini di Belgio, Germania, Italia e Polonia in azioni legali contro i loro governi, sottolinea come questo rappresenti un passo verso il riconoscimento del diritto umano di respirare aria pulita.
I governi saranno inoltre tenuti a risarcire i cittadini la cui salute è stata compromessa dall’inquinamento illegale, offrendo una tutela legale senza precedenti per le vittime di danni causati dall’aria sporca.
Preoccupazioni e resistenze
Nonostante il sostegno generale alla direttiva, alcuni Paesi hanno espresso riserve. La Germania, ad esempio, ha chiesto rassicurazioni dalla Commissione Europea sul fatto che non sarà obbligata a introdurre restrizioni alla circolazione o chiudere impianti industriali per rispettare i nuovi limiti. Berlino ha inoltre ottenuto la possibilità di posticipare il rispetto delle norme fino al 2040 in casi particolari, come condizioni climatiche avverse o inquinamento transfrontaliero.
Anche la Lettonia ha espresso preoccupazione, ritenendo che i tempi di transizione siano troppo brevi per implementare con successo le nuove misure, soprattutto per quanto riguarda il monitoraggio di nuovi inquinanti e l’installazione di “supersiti” urbani per la misurazione della qualità dell’aria.
L’Italia ha chiesto dieci in più per mettersi in regola, non senza proteste delle associazioni ambientaliste.
L’impatto sulla salute pubblica
L’Alleanza per la Salute e l’Ambiente ha evidenziato come l’inquinamento atmosferico sia la principale minaccia ambientale per la salute in Europa. Solo il 3% dei cittadini europei non è esposto regolarmente a livelli eccessivi di inquinamento, e l’esposizione continua aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, ictus, asma e tumori polmonari. L’inquinamento è stato inoltre collegato a nascite premature, diabete, obesità e demenza.
Anne Stauffer, vicedirettrice dell’Alleanza, ha sottolineato che l’implementazione rapida della nuova direttiva potrebbe portare a miglioramenti immediati nella qualità dell’aria, con benefici significativi per la salute e una riduzione dei costi associati all’inquinamento.
In sintesi, mentre l’adozione della nuova Direttiva sulla Qualità dell’Aria rappresenta un grande passo avanti nella lotta contro l’inquinamento, la sua attuazione richiederà una pianificazione accurata e un impegno serio da parte dei governi per garantire una protezione efficace della salute dei cittadini europei.
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