Fast fashion, la moda che danneggia l’ambiente
La moda fast fashion fa male all’ambiente, ma un team di scienziati ha trovato una possibile soluzione. A dirlo, un nuovo studio pubblicato su “Science Advances”.
Fast fashion danneggia l’ambiente
Capi all’ultima moda, spesso di qualità scadente ma che permettono di essere al passo con i tempi salvo essere gettati nella spazzatura come rifiuti dopo poco, alla rincorsa di un nuovo capo di stagione. E’ il fast fashion che danneggia l’ambiente. Il sistema di moda veloce produce annualmente circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili a livello globale e meno dell’1 per cento di tale numero viene riciclato. Ciò è dovuto in parte al fatto che la maggior parte dei tessuti contiene una miscela di fibre, come poliestere e cotone o nylon ed elastan. Il riciclo di tessuti misti richiede la selezione e la separazione di queste fibre distinte, un processo che non è fattibile manualmente su scala industriale.
Lo studio
Gli scienziati sono riusciti a sviluppare un nuovo approccio chimico che può separare rapidamente poliestere, nylon, cotone ed elastan, affrontando una sfida fondamentale nel riciclo di tessuti in fibre miste. La chimica offre una soluzione alternativa e più realistica per il riciclo multifibra su larga scala. Gli autori del nuovo studio descrivono un modo per riciclare fibre miste tramite glicolisi basata sul calore e assistita da microonde che coinvolge un catalizzatore di ossido di zinco.
Il processo di depolimerizzazione, che richiede solo 15 minuti, ha scomposto il poliestere in un ingrediente utile per filati, resine e filamenti chiamato BHET. Ha anche trasformato lo spandex in monomeri, tra cui MDA, un componente chiave nella schiuma di poliuretano e nelle plastiche in fibra di vetro. Quando testato su miscele di poliestere-cotone e spandex-nylon con un solvente acido, il processo ha mantenuto l’integrità sia del cotone che del nylon. Durante gli esperimenti, gli autori hanno osservato che i ritardanti di fiamma e i coloranti danneggiano la glicolisi, quindi incoraggiano la pre-rimozione di tali ingredienti prima del riciclo. Gli autori hanno utilizzato la modellazione matematica per determinare che questo metodo potrebbe essere economicamente e industrialmente fattibile in futuro.
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