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General Motors multata di 145,8 mln per false dichiarazioni su emissioni CO2

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General Motors multata di 145,8 mln per false dichiarazioni su emissioni CO2

La General Motors dovrà pagare una nuova multa di 145,8 milioni di dollari per aver dichiarato emissioni di CO2 inferiori rispetto a quelle effettive per quasi sei milioni di veicoli prodotti tra il 2008 e il 2010. Oltre alla sanzione pecuniaria, verranno cancellati 30,6 milioni di crediti relativi alla riduzione dei consumi di carburante della gamma. La multa è il risultato di un’indagine condotta dalla National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa), l’ente federale statunitense per la sicurezza stradale.

Parallelamente, un’indagine dell’Epa (l’ente statunitense per la protezione ambientale) durata diversi anni ha rilevato che numerosi modelli prodotti tra il 2012 e il 2018 emettevano oltre il 10% di CO2 in più rispetto a quanto dichiarato. Per questo motivo, il gruppo dovrà rinunciare a circa 50 milioni di carbon credit. A differenza del Dieselgate, l’Epa non ha riscontrato l’uso di dispositivi di manipolazione durante le fasi di omologazione per ridurre le emissioni rilevate e non intende richiamare le vetture coinvolte.



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In un comunicato, la General Motors ha dichiarato di “aver sempre rispettato e applicato tutte le leggi e i regolamenti nelle certificazioni dei consumi per i veicoli in questione”, aggiungendo che “questa è comunque la strada più rapida per risolvere rapidamente questi problemi con il governo federale”.

General Motors multata anche per il mancato rispetto degli standard Cafe

Oltre tutto questo, va ricordato che tra il 2022 e il 2023, General Motors e Stellantis hanno pagato complessivamente 363 milioni di dollari (circa 340 milioni di euro) in multe per non aver rispettato gli standard Cafe (Corporate Average Fuel Economy), i requisiti stabiliti dalle autorità statunitensi per migliorare i consumi di carburante. Secondo i dati dell’agenzia federale Nhtsa, General Motors ha pagato 128,2 milioni di dollari nel dicembre 2022 per non aver rispettato i limiti con i Model Year 2016 e 2017. Stellantis, invece, ha subito sanzioni per un totale di 235,6 milioni di dollari, con 123,3 milioni pagati a gennaio per i Model Year 2018 e 112,3 milioni a maggio per i Model Year 2019.

Revisione delle normative e aumento delle sanzioni

Queste multe segnano la prima volta che GM viene penalizzata per il mancato rispetto degli standard Cafe. Questi standard, simili a quelli europei, impongono limiti che i costruttori devono rispettare: la sanzione viene applicata automaticamente se i consumi medi della flotta di veicoli venduti in un dato anno superano i limiti imposti. Le aziende possono utilizzare crediti maturati negli anni precedenti per compensare eventuali sforamenti. Tuttavia, negli ultimi anni, le autorità statunitensi hanno rivisto profondamente le normative.

L’anno scorso, la Nhtsa ha aumentato il requisito medio di risparmio di carburante da 28 miglia per gallone (MPG) a 40 e ha inasprito il sistema sanzionatorio. Per i model year dal 1997 al 2019, la multa era di 5,5 dollari per ogni 0,1 MPG di scostamento rispetto allo standard, moltiplicato per il numero di veicoli non conformi venduti. Ora, i costruttori devono pagare 14 dollari per i model year dal 2019 al 2021, 15 dollari per quelli del 2022 e 16 dollari per i modelli dal 2023 in poi. Un ulteriore aumento è possibile, dato che gli standard saranno resi ancora più severi a partire dal 2026. Ad esempio, ad aprile, l’Epa ha proposto limiti che richiedono una riduzione delle emissioni del 56% per i Model Year dal 2027 al 2032.

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