Giornata Mondiale della Gentilezza, i gesti da fare per salvare il nostro Pianeta
Oggi, 13 novembre, si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, un invito a rendere il mondo un posto migliore con piccoli gesti. Ma se quest’anno ampliassimo il concetto, includendo anche il nostro pianeta come destinatario di atti gentili? Mentre l’emergenza climatica si fa sempre più pressante, con l’Europa che ha appena vissuto il suo ottobre più caldo mai registrato, secondo il programma europeo Copernicus, riflettere su come ognuno di noi può fare la differenza è più che mai urgente.
Essere gentili con l’ambiente non è solo una questione di buona volontà: è un atto di necessità, un investimento nel nostro futuro e in quello delle generazioni che verranno. E i numeri lo dimostrano.
La gentilezza come scudo contro l’emergenza climatica
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno di 7 milioni di morti premature nel mondo, un dato drammatico che colpisce in particolare i più giovani e le persone vulnerabili. A livello globale, i giovani sono sempre più in prima linea nel chiedere cambiamenti concreti: Fridays for Future e le manifestazioni di Extinction Rebellion hanno portato il tema ambientale nelle piazze e sui tavoli decisionali, sottolineando l’urgenza di un’azione concreta.
Ma cosa c’entra la gentilezza? Piccoli gesti quotidiani, se compiuti da molti, hanno un potenziale enorme per ridurre l’impatto ambientale. Spegnere le luci quando non servono, scegliere la bici per brevi spostamenti, evitare prodotti monouso, limitare gli sprechi alimentari sono tutte scelte di gentilezza che, moltiplicate, potrebbero portare a una significativa riduzione delle emissioni di CO₂.
Dati e benefici della gentilezza ambientale
Un recente studio di Zero Waste Europe evidenzia che, se ogni europeo riducesse i propri rifiuti di appena il 20%, si potrebbero risparmiare fino a 300 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno, l’equivalente delle emissioni di paesi interi. L’Italia, purtroppo, non brilla: con oltre 30 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno, il nostro Paese è tra i primi in Europa per quantità di rifiuti pro capite.
Eppure, una cultura della gentilezza ambientale può fare molto. Ad esempio, scegliendo prodotti locali e stagionali, si può ridurre il cosiddetto “food mileage” (la distanza percorsa dai cibi per arrivare nel nostro piatto) e, di conseguenza, l’impatto delle emissioni legate al trasporto di alimenti. In Italia, secondo Coldiretti, il 76% degli italiani preferisce oggi acquistare prodotti a chilometro zero, una scelta non solo gentile per il pianeta ma anche per l’economia locale.
Gentilezza condivisa: come ampliare il raggio d’azione
Diffondere la gentilezza ambientale non è solo un’azione individuale: è un movimento collettivo. L’importanza di educare le generazioni più giovani, portando nelle scuole progetti di sensibilizzazione, è ormai riconosciuta anche a livello istituzionale. Alcune scuole in Italia, come quelle che partecipano al progetto “Ecoschools” promosso da FEE Italia, stanno già formando “eco-ambasciatori” tra i ragazzi, educandoli a gesti di gentilezza verso l’ambiente come il riciclo, il risparmio energetico e la cura del verde pubblico.
Il Comune di Milano, invece, ha recentemente introdotto incentivi per chi sceglie di spostarsi in bici o con i mezzi pubblici, trasformando la mobilità sostenibile in un atto di gentilezza non solo verso l’ambiente ma anche verso la collettività, riducendo traffico e inquinamento.
Oggi, un gesto gentile per il pianeta
La Giornata Mondiale della Gentilezza ci ricorda che ogni atto di cura verso l’ambiente, anche il più piccolo, conta. Se oggi spegni una luce in più, scegli un prodotto ecosostenibile o condividi questo messaggio sui social con l’hashtag #GentilezzaPerIlPianeta, farai parte di una rete di persone che credono che la gentilezza possa essere il primo passo per il cambiamento.
Perché essere gentili con il pianeta è un gesto di rispetto, di cura e di lungimiranza. Se oggi possiamo fare la differenza, perché non iniziare proprio da qui?
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