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Greenpeace e ReCommon chiamano la Commissione Vigilanza Rai sul caso Eni

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Greenpeace e ReCommon chiamano la Commissione Vigilanza Rai sul caso Eni

Greenpeace Italia e ReCommon esprimono profonda preoccupazione riguardo alla situazione verificatasi durante la trasmissione “Petrolio” su RAI 3. A loro dire, “ENI ha adottato un atto di censura preventiva”. Durante la puntata, “l’azienda ha letto un comunicato estremamente duro e intimidatorio nei confronti della redazione, impedendo così qualsiasi dibattito sulle sue responsabilità riguardo alla crisi climatica”. Inoltre, la discussione sulla causa legale intentata da Greenpeace Italia e ReCommon contro ENI per gli impatti delle sue attività sul clima “è stata totalmente ostacolata”.

La richiesta della Commissione di Vigilanza RAI

L’azione di ENI, controllata dallo Stato, solleva – sempre secondo le associazioni – gravi preoccupazioni riguardo a possibili pressioni indebite su una trasmissione del servizio pubblico. In questo contesto, Greenpeace Italia e ReCommon richiedono un intervento immediato della Commissione di Vigilanza RAI per indagare su possibili pressioni indebite da parte dell’azienda.

La puntata di ‘Petrolio’ su Rai tre

Nel corso dell’ultima puntata condotta da Duilio Giammaria, si è parlato dell’inchiesta riguardante la consapevolezza di EXXON, azienda statunitense del settore oil&gas, riguardo ai danni ambientali causati dallo sfruttamento delle fonti fossili dagli anni Settanta. Greenpeace Italia e ReCommon hanno ribadito la loro posizione. Attraverso il report “ENI sapeva“, hanno dimostrato che anche l’azienda petrolifera italiana è a conoscenza dei danni climatici causati dalle sue attività. Secondo loro, ENI ignora deliberatamente gli allarmi e continuando a sfruttare le fonti fossili, principale causa dell’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera.

Botta e risposta

ENI ha declinato l’invito a partecipare al dibattito programmato, sostenendo che la trasmissione avrebbe assunto un tono accusatorio pregiudiziale verso le società energetiche. La nota di ENI è stata letta dal conduttore durante la trasmissione in diretta.

Greenpeace Italia e ReCommon si sono invece lamentate del fatto che il loro lavoro investigativo sia stato completamente omesso durante l’intera puntata. Le organizzazioni coinvolte sollevano il dubbio sul motivo per cui ENI eviti il dibattito e cerchi di impedire la discussione sul suo contributo alla crisi climatica. Esprimono inoltre perplessità sul comportamento dell’azienda, sottolineando che la reazione scomposta di ENI durante la trasmissione solleva legittime domande sulla sua trasparenza e responsabilità.

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