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Acque senza veleni: Greenpeace mappa la contaminazione da Pfas in Italia

Acque senza veleni: Greenpeace mappa la contaminazione da Pfas in Italia

Mappare la contaminazione da PFAS in tutto il Paese. È questo l’obiettivo della spedizione “Acque senza veleni” di Greenpeace Italia. Dal 23 settembre a fine ottobre, per cinque settimane, il gruppo di Greenpeace attraverserà tutte le regioni italiane, raccogliendo campioni di acqua potabile alla ricerca di queste sostanze chimiche pericolose – i PFAS – noti anche come “inquinanti eterni”: sostanze che si accumulano nell’ambiente e che sono da tempo associate a gravi rischi per la salute.

La volontà è quella di “raccogliere dati in almeno 220 città italiane, analizzare oltre 60 molecole appartenenti al gruppo dei Pfas – fa sapere Greenpeace -. Incontrare i comitati locali che in diverse Regioni già si battono contro la contaminazione da Pfas e sensibilizzare chi ancora non conosce un problema sempre più alla ribalta delle cronache locali, nazionali e internazionali”. I risultati dei campionamenti delle prossime settimane saranno resi noti a inizio 2025.

Perché i PFAS sono pericolosi?

I PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) sono usati in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo per via delle loro proprietà idro e oleorepellenti. Il problema, però, è che una volta rilasciati nell’ambiente si degradano molto lentamente. “Questo porta a un grave inquinamento che può contaminare l’acqua potabile e l’aria fino alle coltivazioni. Le conseguenze sulla salute sono preoccupanti – rende noto Greepeace Italia – basti pensare che il PFOA, una delle molecole che appartiene al gruppo dei PFAS, è stato classificato come cancerogeno. Altre molecole PFAS possono provocare danni alla tiroide, al fegato, al sistema immunitario, oltre a incrementare il rischio di diabete e causare tumori al rene e ai testicoli”.

Greenpeace Italia chiede al Governo una legge che vieti l’uso dei Pfas

Per tutelare l’ambiente e la salute delle persone, l’associazione ambientalista fa sapere che gli Stati Uniti e diversi Paesi europei “hanno già adottato dei limiti all’uso dei Pfas, sostituendoli con alternative più sicure già disponibili”. Greenpeace Italia chiede al nostro governo “di fare altrettanto, con una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di queste pericolose sostanze”.



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In Italia situazione critica: i controlli sui PFAS sono insufficienti

In Italia in alcune aree del Veneto e del Piemonte esistono diversi gravi casi di contaminazione da Pfas. Eppure, secondo Greenpeace Italia, i controlli ambientali promossi dalle istituzioni sono frammentari se non addirittura assenti. E le analisi sulle acque potabili sono limitate solo a poche Regioni o porzioni di territorio.

“Questa inerzia rischia di trasformare l’inquinamento da Pfas in Italia in un’emergenza nazionale fuori controllo – afferma Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia -. Nelle prossime settimane, raccoglieremo campioni di acqua potabile in diverse città di tutte le Regioni italiane per valutare l’estensione della contaminazione da Pfas e identificare eventuali nuove aree colpite oltre a quelle già note. Chiediamo con urgenza alle istituzioni locali e nazionali di garantire acqua pubblica sicura per tutti: vogliamo bere acqua pulita, libera da veleni” conclude.

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