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Perché Zaia ha dichiarato guerra alle nutrie. E perché per la Lav è un autogol

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Perché Zaia ha dichiarato guerra alle nutrie. E perché per la Lav è un autogol

“Non dobbiamo mettere a repentaglio la vita dei cittadini per salvaguardare la fauna. Per questo, noi vogliamo dichiarare guerra a nutrie, tassi, istrici e volpi che stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto”. Perché il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha pronunciato queste parole? Da dove nasce quella che è stata già definita la “guerra di Zaia alle nutrie”. Una battaglia che ha acceso gli animi del fronte animalista. Per la LAV (Lega Anti Vivisezione) si tratterebbe di una sorta di autogol, una ammissione delle politiche anti-animaliste.

Il Governatore Zaia: “Animali come le nutrie mettono a rischio gli argini”

Andiamo con ordine. Il Governatore ha fatto il punto della sullo stato di attuazione per la messa in sicurezza delle infrastrutture idrauliche. Ha prima ricordato che “dal 2010 abbiamo realizzato oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro di opere con oltre 3.000 cantieri”. Poi ha aggiunto che “la sfida ora per il Veneto sono i 5.000 km di argini che abbiamo da diaframmare e mettere in sicurezza perché sono messi a rischio dagli animali selvatici, come tassi e nutrie, che hanno reso gli argini dei gruviera”. E qui l’affondo verso nutrie & Co. “Bisogna prendere coscienza che la sfida non è più far fronte al sormonto arginale dell’acqua in caso di piena, che si può risolvere con i bacini di laminazione, ma lo sfondamento arginale. Ricordo che nel 2010 ci furono ben 32 argini sfondati. Abbiamo sistemato 50 km di argini e abbiamo progetti per 180 milioni di euro per altri 80 km. Non dobbiamo mettere a repentaglio la vita dei cittadini per salvaguardare la fauna”.

Salvaguardare la fauna è un pericolo per la vita dei cittadini

Zaia ci ha tenuto a precisare “di non essere un guerrafondaio” e non aver la licenza di caccia, ma ha poi aggiunto: “è un dato di fatto. Il nostro problema sono gli sfondamenti, dormiamo preoccupati. Se non poniamo fine a questa cosa va a finire male. Il rischio è anche “l’effetto domino”, cioè il crollo in sequenza di tutti gli argini. Torniamo agli acquitrini. Questa oggi è la sfida delle sfide. La soluzione quindi è l’eradicazione delle specie dannose, in primis la nutria».



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La LAV: “In Veneto c’è già una legge da otto anni per eradicare le nutrie”

Dal canto suo la LAV, ha però ricordato che “ha più di otto anni la Legge regionale del Veneto n.15 del 2016 “Misure di contenimento finalizzato alla eradicazione della nutria”. Tra i proponenti risulta la firma dell’allora consigliere regionale-cacciatore Sergio Berlato, immancabile quando si tratta di uccidere animali. I metodi consentiti per raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione sono molteplici: armi comuni da sparo; trappolaggio con successiva uccisone dell’animale; metodi e strumenti scientifici; ogni altro sistema di controllo selettivo individuato dalla Regione Veneto”. 

Secondo l’associazione animalista la Regione Veneto non ha sostanzialmente posto limiti concreti agli strumenti da utilizzare per uccidere gli animali, introdotti nel nostro Paese all’inizio del secolo scorso dall’industria della pellicceria. E tanto meno i limiti sono stati posti da ISPRA, tirata in ballo dal Presidente del Veneto, la quale non fa altro che applicare il regolamento europeo 1143/2014 che, ancora una volta, impone l’eradicazione della nutria. 

Non è bastata una legge per risolvere il problema delle nutrie. Per la Lav è “il fallimento della politica di Zaia sul tema”

Considerato che la Legge per l’eradicazione delle nutrie è stata approvata nel 2016, quando Zaia era Presidente, a quel tempo come oggi, della Giunta regionale, secondo la Lav “il suo appello all’eradicazione delle nutrie suona quindi come una dichiarazione pubblica del fallimento della sua stessa politica sul tema”.  

“Uccidere gli animali selvatici, pur essendo l’ossessione di cacciatori e amministratori pubblici, è il metodo perfetto per non risolvere i problemi legati alla convivenza con le attività umane che si svolgono sui loro territori”. Lo ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici. “Il caso delle nutrie in Veneto ne è la dimostrazione lampante, quali tragedie devono ancora accadere perché la politica prenda finalmente atto che ammazzare gli animali selvatici non solo non è la soluzione, ma addirittura aggrava i problemi loro imputati?”. Conclude così Vitturi. 

I metodi scientifici per il controllo numerico delle nutrie

La stessa Legge regionale del 2016 prevede la possibilità di sviluppare azioni ecologiche messe a disposizione dalla comunità scientifica, cosa peraltro mai realizzata dalla Regione Veneto.  

“Ora che Zaia ha finalmente preso atto che l’uccisione degli animali non ha dato alcun contributo utile alla riduzione numerica degli animali, dia finalmente impulso allo sviluppo della ricerca scientifica allo scopo di individuare metodi di controllo numerico delle nutrie incruenti, così come previsto dalla sua stessa Legge del 2016”. Così conclude la sua nota la LAV.

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