Harley-Davidson a processo per smog

Una battaglia legale contro lo smog. Si sta svolgendo nello Utah, dove un’organizzazione no-profit ambientale ha portato in tribunale diversi concessionari della casa motociclistica Harley-Davidson con l’accusa di contribuire all’inquinamento atmosferico e allo smog.

La causa è stata intentata da Utah Physicians for a Healthy Environment (UPHE). Sono chiamati in causa quattro concessionari Harley-Davidson situati nell’area della Wasatch Front, una regione che comprende Salt Lake City e le città circostanti.

Il giudice distrettuale degli Stati Uniti David Barlow ha emesso una sentenza a giugno 2024, stabilendo che UPHE ha il diritto di perseguire la maggior parte delle sue accuse, secondo cui i concessionari vendono motociclette senza convertitori catalitici, componenti fondamentali per ridurre le emissioni di gas inquinanti. Tuttavia, la causa non potrà proseguire per quanto riguarda le accuse relative al rumore eccessivo delle moto.

Le accuse di UPHE a Harley-Davidson

Nel 2022, UPHE ha presentato la causa. Lo fatto, sostenendo che i concessionari Harley-Davidson hanno rimosso o modificato i dispositivi di controllo delle emissioni richiesti dalle loro motociclette. Secondo l’organizzazione, i concessionari avrebbero sostituito questi dispositivi con componenti aftermarket noti come “defeat devices”. Questi ultimi bypassano i sistemi di controllo delle emissioni, violando così gli standard federali sull’inquinamento atmosferico e lo smog.

UPHE ha evidenziato come l’assenza di convertitori catalitici sulle motociclette contribuisca significativamente all‘inquinamento da ozono e PM2.5 nella regione. Il PM2.5 è una forma di particolato fine che può penetrare profondamente nei polmoni e nel flusso sanguigno, causando una serie di problemi di salute, tra cui malattie cardiovascolari e respiratorie, danni ai polmoni, bronchite e persino morte prematura.

La sentenza del giudice Barlow

Il giudice Barlow, in una sentenza di 68 pagine, ha affermato che UPHE ha fornito prove sufficienti alla causa. Ha dimostrato, infatti, che le motociclette senza convertitori catalitici stanno contribuendo all’inquinamento atmosferico nell’area nord-centrale dello Utah. Ha riconosciuto che l’aria inquinata ha un impatto negativo sulla salute delle persone nella regione, citando problemi che vanno da attacchi di cuore e ictus a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Tuttavia, Barlow ha limitato la portata della causa legale, consentendo di procedere solo ad alcune accuse. In particolare in quella in cui UPHE può dimostrare che i concessionari abbiano effettivamente rimosso o modificato i componenti di controllo delle emissioni e che queste motociclette vengono utilizzate nell’area di Salt Lake City/Wasatch Front.

Esclusione delle accuse relative al rumore

Nonostante le prove che il rumore delle motociclette possa influenzare negativamente la qualità della vita, il giudice Barlow ha deciso di non consentire il proseguimento delle accuse relative al rumore. Ha affermato che UPHE non ha dimostrato in modo specifico che il rumore proveniente dalle motociclette dei concessionari abbia un impatto diretto sui membri dell’organizzazione.

“UPHE essenzialmente cerca di presupporre che, poiché gli imputati vendono, installano e rimuovono parti che influenzano il livello di rumore delle motociclette, i suoi membri siano stati esposti allo stesso,” ha scritto Barlow nella sentenza. “Ma UPHE e il record sono silenti sulla base probatoria di tale presupposto.”

Prossimi passi

Con la sentenza di Barlow, UPHE è pronta a portare avanti la sua battaglia legale sulle questioni relative al Clean Air Act. “Siamo preparati ad andare a processo sulle questioni del Clean Air Act in particolare,” ha dichiarato Reed Zars, uno degli avvocati di UPHE. La causa rappresenta un importante confronto legale sulle pratiche dei concessionari di motociclette e il loro impatto sull’ambiente, sottolineando la crescente attenzione verso la qualità dell’aria e la salute pubblica nello Utah.