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Il protossido di azoto è davvero una minaccia come emerge dalla Cop29?

protossido di azoto

Il protossido di azoto è davvero una minaccia come emerge dalla Cop29?

Un nuovo allarme sul riscaldamento globale e la salute pubblica è stato lanciato dalle Nazioni Unite con il Global Nitrous Oxide Assessment, presentato durante la Cop29 a Baku, Azerbaigian. Il report, redatto dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e dalla FAO, rivela che il protossido di azoto (N₂O) è un gas serra estremamente potente e che le sue emissioni stanno crescendo a un ritmo preoccupante, mettendo a rischio l’obiettivo di mantenere l’aumento delle temperature globali entro 1,5 °C.

Cos’è il protossido di azoto e perché è pericoloso?

Il protossido di azoto è un gas serra circa 270 volte più potente dell’anidride carbonica (CO₂) nel trattenere il calore. Attualmente, N₂O è il terzo gas serra più significativo e la principale sostanza che impoverisce lo strato di ozono, causando un aumento dell’esposizione ai raggi UV per gran parte della popolazione mondiale. Secondo il report, senza interventi rapidi per ridurre le emissioni di N₂O, il limite di riscaldamento globale di 1,5 °C non sarà raggiungibile.



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Fonti principali di emissioni di N₂O

Le emissioni di protossido di azoto provengono prevalentemente da pratiche agricole, in particolare dall’uso intensivo di fertilizzanti sintetici e letame. Questa sostanza, emessa durante il processo di degradazione dei composti azotati, è particolarmente difficile da contenere a causa dell’ampio utilizzo nell’agricoltura globale.

I rischi per la salute umana

L’aumento delle emissioni di N₂O non solo aggrava il cambiamento climatico, ma espone anche la popolazione mondiale a livelli più alti di raggi UV, aumentando il rischio di tumori della pelle, cataratta e altre problematiche oculari. Secondo l’ONU, ridurre le emissioni di N₂O potrebbe prevenire fino a 20 milioni di morti premature entro il 2050, grazie a un miglioramento della qualità dell’aria e a una riduzione dell’esposizione ai raggi UV.

Il ruolo del protossido di azoto nel cambiamento climatico

Dal XIX secolo, il protossido di azoto ha contribuito al 10% del riscaldamento globale netto. In prospettiva, l’ONU avverte che un mancato controllo delle emissioni di N₂O potrebbe far aumentare il riscaldamento globale ben oltre i livelli sicuri. Il report ONU fornisce anche linee guida su come ridurre le emissioni di N₂O del 40%, proponendo soluzioni concrete come la gestione sostenibile dei fertilizzanti e delle colture.

Le soluzioni per ridurre le emissioni di N₂O

Il Global Nitrous Oxide Assessment suggerisce diverse misure per contenere le emissioni di N₂O, tra cui:

  • Ottimizzazione dell’uso dei fertilizzanti: Utilizzare fertilizzanti in modo più efficiente e ridurre le quantità impiegate.
  • Tecnologie agricole avanzate: Promuovere innovazioni che riducano l’emissione di N₂O durante la gestione dei rifiuti agricoli.
  • Miglioramento delle pratiche di allevamento: Applicare tecniche per limitare la decomposizione degli scarti animali, una delle principali fonti di emissioni di N₂O.

L’appello dell’ONU per un’azione immediata

Alla Cop29, l’ONU ha sottolineato l’urgenza di implementare queste soluzioni, esortando i governi a stanziare fondi e promuovere politiche di sostenibilità nell’agricoltura e nelle industrie correlate. Secondo il report, tali azioni non solo ridurrebbero le emissioni globali di gas serra, ma potrebbero prevenire 235 miliardi di tonnellate di emissioni equivalenti di CO₂ entro il 2100.

La sfida globale per ridurre le emissioni di protossido di azoto è cruciale per il futuro del pianeta e la salute pubblica. Mentre le soluzioni ci sono, il tempo per agire è limitato. È essenziale che tutti gli attori, dai governi ai settori produttivi, adottino pratiche più sostenibili e agiscano rapidamente per limitare l’impatto di questo potente inquinante.

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