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Processo Smog Torino, perché la Procura ha fatto ricorso contro i proscioglimenti

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Processo Smog Torino, perché la Procura ha fatto ricorso contro i proscioglimenti

L’inchiesta sullo smog a Torino, nota come Processo Smog, si arricchisce di un nuovo capitolo. La Procura della Repubblica di Torino ha presentato ricorso contro il proscioglimento degli amministratori comunali e regionali, accusati di inquinamento ambientale colposo per la gestione della qualità dell’aria nella città tra il 2015 e il 2019. Nonostante la sentenza di luglio che li aveva scagionati, i pubblici ministeri ritengono che il Tribunale non abbia adeguatamente considerato la gravità dell’inquinamento e i suoi effetti sulla salute pubblica.

Il Processo Smog: le accuse contro gli amministratori pubblici

Gli imputati, tra cui amministratori comunali e regionali, erano accusati di non aver adottato misure efficaci per ridurre le emissioni inquinanti, come richiesto dalla normativa europea (Direttiva 50/2008). Durante il periodo preso in esame, i livelli di inquinamento atmosferico a Torino hanno spesso superato i limiti imposti, mettendo a rischio la salute della popolazione.

A luglio 2023, il Tribunale di Torino aveva deciso per il proscioglimento degli imputati, respingendo la richiesta di prosecuzione del processo avanzata dai pubblici ministeri. Le motivazioni della sentenza, depositate a settembre, hanno minimizzato il ruolo delle emissioni inquinanti nel causare danni significativi alla salute.

Perché la Procura di Torino ha fatto ricorso?

La Procura di Torino ha impugnato la sentenza di primo grado, sostenendo che non siano stati considerati adeguatamente gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute pubblica. Numerosi studi epidemiologici presentati nel processo collegano l’elevata concentrazione di inquinanti come PM10, biossido di azoto e PM2.5 a un aumento di decessi e ricoveri ospedalieri. La Procura ritiene che la sentenza abbia svuotato di significato queste evidenze, contraddicendo i dati tecnici presentati dai consulenti.

Inoltre, la Direttiva Comunitaria n. 50/2008 richiede che i valori limite per le sostanze inquinanti siano rispettati in tutte le stazioni di rilevamento presenti in città, e non solo come media cittadina. Torino, tuttavia, dispone di sole cinque stazioni di rilevamento dell’aria, una quantità insufficiente per monitorare in modo adeguato l’intera area urbana.



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La posizione del Comitato Torino Respira

Il Comitato Torino Respira, ammesso come parte civile nel processo insieme a Greenpeace Italia e ISDE – Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, ha presentato una memoria di 30 pagine per rispondere alle motivazioni della sentenza.

Il documento, redatto dall’avvocato Marino Careglio, critica lo “svilimento” del problema dell’inquinamento atmosferico da parte del Tribunale. Il Comitato sostiene che il sistema di monitoraggio della qualità dell’aria di Torino sia gravemente sottodimensionato. Confrontando Torino a Lione, città francese di dimensioni simili ma dotata di 15 stazioni di rilevamento (contro le 5 di Torino), si evidenzia come la mancanza di una rete di monitoraggio capillare renda difficile un’analisi accurata dell’inquinamento.

Le critiche alla sentenza

Il Comitato sottolinea diversi punti critici della sentenza di primo grado:

  • Sottovalutazione dei dati epidemiologici: la decisione del giudice non ha considerato adeguatamente gli studi che dimostrano l’incremento di decessi e malattie respiratorie causati dall’inquinamento.
  • Indeterminatezza dei responsabili delle emissioni: il Tribunale ha ritenuto non determinabile con esattezza chi fossero i soggetti responsabili delle emissioni in atmosfera. Tuttavia, il Piano Regionale di Qualità dell’Aria e l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) forniscono un quadro chiaro delle principali fonti di inquinamento.
  • Mancato rispetto dei limiti di legge: i limiti di concentrazione per inquinanti come il PM10 (da rispettare entro il 2005), il biossido di azoto (entro il 2010) e il PM2.5 (entro il 2015) sono stati completamente disattesi.

Una svolta decisiva nel Processo Smog?

La decisione della Procura di Torino di presentare ricorso contro il proscioglimento nel Processo Smog rappresenta una svolta significativa nella battaglia legale per la tutela della qualità dell’aria in città. Il caso solleva importanti interrogativi sulle responsabilità degli amministratori pubblici e sulla necessità di politiche ambientali più efficaci per proteggere la salute dei cittadini. Con il Comitato Torino Respira in prima linea, il processo potrebbe stabilire un precedente cruciale nella lotta all’inquinamento atmosferico in Italia.

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