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L’inquinamento dell’aria minaccia il PIL e la crescita economica

Lo smog da combustibili fossili

L’inquinamento dell’aria minaccia il PIL e la crescita economica

L’inquinamento atmosferico sta compromettendo la salute di miliardi di persone in tutto il mondo. E questo è ormai noto. Meno noto è che l’inquinamento sta anche erodendo il Prodotto Interno Lordo (PIL) di molte nazioni, frenando la crescita economica globale. Questo problema, che coinvolge oltre nove persone su dieci sul pianeta, va ben oltre la sfera della salute pubblica e mina le prospettive di prosperità futura. A lanciare l’allarme è proprio Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) in un recente studio.  

Lo studio

Un recente studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha evidenziato che un aumento del 10% delle concentrazioni di PM2.5 in Europa provoca una riduzione dello 0,8% del PIL reale. Questo dato sottolinea come l’inquinamento atmosferico non sia solo un problema ambientale, ma un vero e proprio freno alla crescita economica.

L’impatto economico dell’inquinamento

In un contesto in cui la crescita economica è cruciale per il benessere sociale, ignorare l’impatto dell’inquinamento atmosferico potrebbe avere costi enormi, sia in termini di vite umane sia di opportunità economiche perse. L’inquinamento atmosferico è spesso considerato solo come una questione di salute, ma le sue implicazioni economiche sono altrettanto gravi. L’aria contaminata riduce la produttività del lavoro, compromette le prestazioni cognitive e diminuisce i raccolti agricoli, tutti fattori che incidono direttamente sul PIL di una nazione.



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Combustibili fossili: il principale colpevole

I combustibili fossili sono una delle principali fonti di inquinamento da PM2.5, e il loro uso massiccio è supportato da sussidi governativi che superano i 600 milioni di dollari all’anno a livello globale. Questi sussidi, anziché stimolare la crescita economica, finiscono per danneggiarla, promuovendo l’uso di fonti energetiche inquinanti e ostacolando la transizione verso soluzioni più pulite. Questo non solo aumenta l’inquinamento, ma anche i costi economici associati, riducendo il potenziale di crescita economica a lungo termine.

Riforma dei sussidi: una necessità economica

Riformare i sussidi ai combustibili fossili rappresenta una delle soluzioni più efficaci per ridurre l’inquinamento e stimolare la crescita economica. Tuttavia, questa riforma non è facile da attuare. Molti consumatori, abituati a prezzi energetici artificialmente bassi grazie ai sussidi, potrebbero opporsi a qualsiasi aumento dei costi. Inoltre, i benefici economici della riforma, sebbene significativi, non sono immediatamente percepibili, il che rende difficile ottenere un ampio consenso pubblico.

Le riforme del passato hanno dimostrato che è fondamentale compensare coloro che potrebbero subire perdite a seguito della rimozione dei sussidi, reinvestendo le risorse risparmiate in attività sostenibili. Questo approccio non solo ridurrebbe l’inquinamento, ma potrebbe anche stimolare una crescita economica più sostenibile e resiliente, contribuendo al miglioramento del PIL.

Un’opportunità di crescita economica

Ridurre l’inquinamento atmosferico rappresenta un’opportunità significativa per stimolare la crescita economica globale. Le regioni con una qualità dell’aria particolarmente scarsa, come l’Asia e l’Africa, trarrebbero enormi benefici economici da politiche che riducano le emissioni di PM2.5. La Cina, per esempio, ha dimostrato che è possibile ridurre l’inquinamento atmosferico e sostenere la crescita economica: negli ultimi dieci anni, ha ridotto l’inquinamento del 40%, dimostrando che politiche ambientali mirate possono andare di pari passo con lo sviluppo economico.

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