L’inquinamento atmosferico può causare l’atrofia cerebrale
Una nuova ricerca ha evidenziato che l’inquinamento atmosferico, in particolare il particolato fine PM2.5, può causare atrofia cerebrale, anche se non sembra influenzare la funzione cognitiva. Lo studio, condotto da un team di scienziati olandesi e pubblicato sulla rivista Environment International, suggerisce anche che l’urbanizzazione modera questo effetto dello smog sulla salute del cervello.
Lo studio di Maastricht
Condotto su oltre 4.000 adulti di mezza età e anziani nei Paesi Bassi meridionali, il lavoro ha collegato l’esposizione al PM2.5 a una riduzione della sostanza grigia e a un aumento del volume del liquido cerebrospinale, entrambi segnali di atrofia cerebrale. Tuttavia, non è emersa alcuna correlazione significativa tra l’inquinamento atmosferico e il declino cognitivo.
Gli effetti più marcati sono stati riscontrati negli uomini, specialmente per quanto riguarda il volume della sostanza bianca, ma queste associazioni sono diventate meno significative una volta tenuto conto dell’urbanizzazione.
Inquinamento e salute del cervello
L’inquinamento atmosferico è da tempo considerato un fattore di rischio per la salute del cervello. Studi precedenti hanno collegato il PM2.5 a neuroinfiammazioni e declino cognitivo. Questo studio si è concentrato sull’impatto dell’inquinamento sulla struttura cerebrale attraverso l’uso di risonanze magnetiche (MRI), offrendo una nuova prospettiva sugli effetti non lineari del PM2.5 sul cervello.
Risultati principali
Gli scienziati hanno osservato che una maggiore esposizione al PM2.5, in particolare tra 12,14 e 15,48 μg/m³, era associata a una riduzione del volume di materia grigia e a un aumento del liquido cerebrospinale, segno di atrofia cerebrale. Tuttavia, per livelli di esposizione più bassi, si è riscontrato un aumento del volume di materia grigia.
Nonostante questi risultati, lo studio non ha rilevato una connessione tra l’esposizione all’inquinamento e la funzione cognitiva, sottolineando la necessità di ulteriori ricerche per confermare tali dati e comprendere meglio i meccanismi sottostanti.
Limiti dello studio
Lo studio presenta alcune limitazioni, come una ridotta variabilità dell’esposizione all’inquinamento e una potenziale errata classificazione di essa. Inoltre, i partecipanti reclutati tendevano a essere più sani, il che potrebbe aver influenzato i risultati, limitando la generalizzabilità dello studio. I risultati suggeriscono che l’esposizione a livelli medi e alti di PM2.5 è collegata all’atrofia cerebrale, ma non sembra influenzare direttamente le capacità cognitive. Questi dati evidenziano comunque l’importanza di politiche per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, al fine di proteggere la salute del cervello, soprattutto nelle aree urbane.
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