Inquinamento atmosferico marittimo: nuove regole per ridurre le emissioni entro il 2025
Il trasporto marittimo è un fattore chiave nell’inquinamento atmosferico globale, e ora, più che mai, serve un intervento deciso per ridurre le sue emissioni. È quanto emerso dal convegno “Miglioramento della qualità dell’aria e riduzione dell’impatto climatico: opportunità per il trasporto marittimo e i porti del Mediterraneo”, tenutosi a Livorno presso la Sala Ferretti della Fortezza Vecchia. Esperti italiani e internazionali hanno discusso dell’importanza di regolamentare ulteriormente il settore, puntando sull’introduzione di misure come l’Area NECA (Nitrogen Emission Control Area), che dovrebbe seguire l’entrata in vigore della SECA (Sulphur Emission Control Area) nel Mediterraneo a maggio 2025.
L’impatto del trasporto marittimo sull’inquinamento atmosferico e sulla salute pubblica: il caso Civitavecchia
Uno dei punti centrali del dibattito riguarda le gravi ripercussioni sanitarie causate dai fumi navali. Uno studio condotto a Civitavecchia ha rivelato un incremento del 51% del rischio di mortalità per malattie neurologiche e del 31% per tumore al polmone tra chi vive vicino ai porti. L’impatto del trasporto marittimo si estende anche a livello europeo, dove il settore è responsabile di circa il 4% delle emissioni di CO2. Senza azioni incisive, si stima che questo valore potrebbe aumentare del 130% entro il 2050.
Perché l’Area NECA è fondamentale per ridurre le emissioni di azoto nel Mediterraneo
Ivan Sammut, direttore del REMPEC (Regional Marine Pollution Emergency Response Centre for the Mediterranean Sea), ha sottolineato l’importanza di attuare l’Area NECA per ridurre le emissioni di ossidi di azoto dalle navi, che attualmente superano di 50 volte i limiti imposti ai mezzi pesanti stradali. La SECA ridurrà le emissioni di zolfo, ma esistono preoccupazioni per le tecniche di lavaggio dei fumi, che potrebbero trasferire gli inquinanti raccolti direttamente nel mare, come segnalato da Ludmila Osipova dell’ICCT.
Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria, ha evidenziato che l’implementazione delle norme è fondamentale, chiedendo al Ministero dell’Ambiente la revoca delle disposizioni che prevedono avvisi preventivi alle navi prima dei controlli, pratica che mina l’efficacia delle verifiche. Il recente intervento del Tribunale Internazionale del Diritto del Mare (ITLOS) ha stabilito l’obbligo degli Stati di ridurre le emissioni navali, riconoscendole come fonte di “inquinamento marino” secondo la Convenzione delle Nazioni Unite.
L’importanza di regole più severe per il controllo delle emissioni navali
Anche le associazioni locali, come Livorno Porto Pulito, sono in prima linea nella battaglia per ridurre l’inquinamento navale. Luca Ribechini, presidente dell’associazione, ha lanciato una petizione che ha raccolto oltre mille firme. Tra le richieste principali, l’installazione di centraline per il monitoraggio degli inquinanti navali e la predisposizione delle navi all’allacciamento alle banchine elettrificate entro il 2026, necessaria per contenere le emissioni in porti ad alta affluenza, come Livorno.
I dati sui livelli di inquinamento navale a Livorno: cosa rivelano i monitoraggi
I monitoraggi eseguiti da Axel Friedrich, in collaborazione con Livorno Porto Pulito, hanno evidenziato livelli preoccupanti di particolato ultrafine. Nonostante condizioni atmosferiche favorevoli, i picchi hanno raggiunto oltre 210.000 nanometri in prossimità di una nave in manovra. Sono stati inoltre rilevati livelli di “nero fumo” (Black Carbon), un inquinante cancerogeno, in corrispondenza con le operazioni di attracco delle navi in porto.
Tecnologie innovative per un trasporto marittimo più sostenibile
Durante il convegno, sono state presentate tecnologie innovative per ridurre l’impatto del trasporto marittimo. Tra queste, un sistema di monitoraggio dei fumi basato su droni e boe, sviluppato da una start-up maltese, e l’utilizzo di vele a rotore che riducono il consumo di carburante delle navi.
L’evento, organizzato da Cittadini per l’Aria con una coalizione di associazioni europee, segna un passo avanti importante nella sensibilizzazione sull’inquinamento marittimo e nella richiesta di misure più severe per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini.
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