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“La grande onda” di plastica, l’installazione artistica contro l’inquinamento

Onda di plastica

“La grande onda” di plastica, l’installazione artistica contro l’inquinamento

Una gigantesca onda di rifiuti di plastica, l’installazione artistica dell’attivista Mundano contro l’inquinamento ha trasformato il paesaggio della Esplanada dos Ministérios della città di Brasilia. Alta dieci metri e larga 20, realizzata con più di 60 chilogrammi di sacchetti usa e getta recuperati dai raccoglitori di rifiuti a San Paolo è ispirata alla famosa xilografia del 1830 dell’artista giapponese Katsushika Hokusai intitolata “La grande onda di Kanagawa”, l’opera mira a mettere in guardia sulla presenza della plastica negli oceani e funge da manifesto artistico.

L’installazione “A Tsunami of Plastic”

L’installazione immersiva “A Tsunami of Plastic” è ideata per l’apertura del 3° Congresso Internazionale sulle Città Zero Rifiuti che si tiene a Brasilia. L’artista ha riutilizzato 1.100 sacchetti di plastica uniti tra loro, formando una superficie di 605 metri quadrati. Creata dal collettivo Flutu e da Pimp My Carroça, un progetto fondato da Mundano che dal 2012 dà visibilità al servizio ambientale fornito dai collezionisti di materiali riciclabili in tutto il Brasile. L’installazione sarà temporaneamente aperta ai visitatori presso il Museo Nazionale, nella capitale federale. All’interno dell’installazione, è stata allestita una scenografia che riproduce il fondo del mare, con coralli costruiti con vari rifiuti plastici, come scarti di erba sintetica, parti in EVA, bottiglie in PET.



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L’installazione artistica: un messaggio provocatorio contro inquinamento

Secondo Mundano, l’installazione di plastica è provocatoria sia per i consumatori, sia per i governi e per l’industria che mette sul mercato prodotti che generano rifiuti plastici. Per l’artista, i consumatori devono rivedere le loro abitudini e rifiutare il consumo di plastica inutile e monouso. Mentre l’industria, secondo l’artista, deve ripensare il suo imballaggio “così poco intelligente, pieno di errori di progettazione, che viene utilizzato per pochi secondi” prima di essere scartato. “L’intervento è anche un messaggio affinché il potere pubblico avanzi nella legislazione contro il vero tsunami di plastica che non smette di invadere la vita delle persone,” dice l’artista. “Nessuno sopporta più così tanta plastica nei nostri fiumi, mari, marciapiedi e persino nel nostro cibo, sotto forma di microplastiche.”

La crisi globale dei rifiuti plastici

Definito come una minaccia al pianeta, il rifiuto plastico ha generato una crisi ambientale globale ed è il focus del Trattato Globale Contro l’Inquinamento da Plastica, che le Nazioni Unite intendono concludere entro la fine del 2024. Solo nel 2019, circa 22 milioni di tonnellate di rifiuti plastici sono finite negli oceani, secondo uno studio dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Le stime indicano che, se nulla sarà fatto per fermare questo flusso incontrollato di rifiuti plastici, nel 2050 ci sarà più plastica che pesce negli oceani.

Il Congresso Internazionale Città Zero Rifiuti

La terza edizione del Congresso Internazionale Città Zero Rifiuti, organizzato dall’Istituto Zero Waste, avrà 40 panel di discussione sulle questioni sociali, economiche e di governance dei processi di riduzione della produzione di rifiuti solidi e dello sviluppo di città sostenibili. Il congresso riunisce esponenti nazionali e internazionali delle città zero rifiuti, con un focus sul Sud de Mondo. A condurre le discussioni, arrivano relatori provenienti da Italia, Nepal, Mozambico, Angola, Colombia, Uruguay, Argentina, Paraguay e Stati Uniti. L’installazione immersiva è stata sviluppata dal Movimento Reinventando il Futuro attraverso il progetto Maré de Mudanças, che promuove la consapevolezza sulle minacce agli oceani e incoraggia azioni per la conservazione delle risorse marine.

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