In Lombardia 40 milioni di tonnellate di liquami da allevamento. Denuncia Legambiente
È di circa 40 milioni di tonnellate, otto volte il peso di tutti i rifiuti urbani, l’ammontare di liquami e letami da allevamenti che vengono sparsi in Lombardia. Legambiente ha annunciato un esposto presso la Procura di Bergamo e i carabinieri forestali per contestare la legittimità degli spandimenti di liquami nei campi agricoli. Una decisione che arriva dopo l’intossicazione di 52 dipendenti in un’azienda di logistica a Telgate, in provincia di Bergamo, lo scorso 3 novembre. Dal 1° novembre, per effetto delle condizioni atmosferiche che impediscono la dispersione degli inquinanti, in tutta la pianura lombarda è stato disposto il divieto di spandimento di liquami zootecnici.
Allevamento lombardo insostenibile
“L’allevamento lombardo è sempre più insostenibile”, afferma in una nota la presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto. “Le aziende agricole chiudono perché i margini sono sempre più risicati, ma i capi allevati non si riducono, bensì si concentrano in allevamenti sempre più grandi, con sempre maggiori problemi di gestione degli effluenti, quasi sempre in eccesso rispetto alle superfici coltivate disponibili per il loro corretto spandimento”. Letami e liquami di allevamento diventano così sostanze problematiche.
Liquami: normativa inadeguata non solo in Lombardia
La normativa europea e italiana sui rifiuti è chiara: gli effluenti zootecnici sono esclusi dalla definizione di ‘rifiuto’ solo nella misura in cui il loro reimpiego avviene secondo buona pratica agricola. Quando questa non è rispettata, ovvero quando i quantitativi distribuiti nei campi eccedono il fabbisogno di nutrienti delle colture, l’esclusione viene meno, e lo spandimento diventa a tutti gli effetti una pratica illecita di smaltimento rifiuti.
Urgenza di cambiamento
“Si tratta di un volume mostruoso di rifiuti biologici”, spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia, “pari ad almeno il doppio del quantitativo impiegabile sui suoli senza causare pericolose esalazioni e inquinamenti atmosferici, delle risorse idriche e dello stesso suolo”. Pochi giorni fa, l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato il proprio rapporto sulla salute del suolo, da cui risulta che “la pianura lombarda è uno dei principali hotspot europei di inquinamento dei suoli causati da eccessivi apporti di nutrienti”, aggiunge Di Simine. “L’intensità dell’allevamento lombardo è talmente elevata da avere trasformato i terreni agricoli in un’area di grave crisi ambientale. Occorre una politica agricola regionale che persegua un riequilibrio tra numero di capi allevati e territorio, accompagnato dalla valorizzazione delle produzioni, per sostenere la remunerazione dei produttori e impedire la chiusura delle stalle”.
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