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L’inquinamento atmosferico riduce del 40% il successo della fecondazione in vitro

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L’inquinamento atmosferico riduce del 40% il successo della fecondazione in vitro

Un nuovo studio australiano ha scoperto che l’esposizione al particolato fine, un comune inquinante atmosferico, può ridurre significativamente le probabilità di successo di un ciclo di fecondazione in vitro (IVF), anche in aree con una buona qualità dell’aria. I ricercatori hanno trovato che l’esposizione all’inquinamento prima del prelievo degli ovuli può ridurre le probabilità di ottenere una nascita viva di quasi il 40%.

I dati dello studio

Lo studio, pubblicato dalla European Society of Human Reproduction and Embryology, ha coinvolto oltre 3.600 trasferimenti di embrioni congelati effettuati su 1.836 donne a Perth, Australia, nell’arco di otto anni. L’età media delle pazienti era di 34,5 anni al momento del prelievo degli ovuli e di 36,1 anni al momento del trasferimento degli embrioni.

Impatti specifici dell’inquinamento

I ricercatori hanno esaminato i livelli di inquinamento atmosferico in quattro periodi di tempo prima del prelievo degli ovuli (24 ore, due settimane, quattro settimane e tre mesi). Hanno scoperto che le pazienti sottoposte a fecondazione in vitro esposte ai livelli più alti di inquinamento nelle due settimane prima del prelievo degli ovuli avevano il 38% in meno di probabilità di ottenere una nascita viva rispetto a quelle con i livelli più bassi di esposizione. Anche l’esposizione a livelli più alti di inquinamento nei tre mesi precedenti il prelievo degli ovuli è stata associata a una minore probabilità di nascita viva.



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Inquinamento e salute riproduttiva

Il dottor Sebastian Leathersich, autore principale dello studio e specialista in fertilità, ha sottolineato che i cambiamenti climatici e l’inquinamento rimangono le maggiori minacce per la salute umana, inclusa la riproduzione. L’inquinamento atmosferico è associato a una serie di condizioni di salute avverse, tra cui malattie cardiovascolari, respiratorie e cancro.

Prove crescenti

Jamie Seabrook, professore di Epidemiologia e Biostatistica presso la Western University di Londra ha descritto lo studio come un contributo cruciale alla comprensione di come la salute materna sia influenzata dall’inquinamento. Seabrook ha sottolineato che gli inquinanti possono penetrare nei polmoni delle donne in gravidanza e raggiungere la placenta, influenzando così direttamente il feto.

Strategie per ridurre l’esposizione

Anche se evitare completamente gli inquinanti può essere difficile, Leathersich ha suggerito alcune misure per minimizzare l’esposizione, come stare al chiuso nei giorni di alta inquinamento e utilizzare filtri dell’aria. Ha anche sottolineato la necessità di un’azione forte da parte del governo e dell’industria per ridurre le emissioni e migliorare i risultati sanitari.

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