Maltempo, nuova ondata in arrivo: quando le allerte meteo diventano emergenze ambientali e sanitarie
Ancora emergenza maltempo. L’Italia sta affrontando una serie di perturbazioni consecutive che stanno mettendo a dura prova il Sud e il Centro-Sud del Paese. Tra il 23 e il 26 marzo 2025, tre ondate meteorologiche si sono susseguite, con effetti cumulativi che amplificano i rischi idrogeologici e idraulici.
Il contesto meteorologico
- Perturbazione n.10 (23-25 marzo):
Una saccatura atlantica ha portato piogge abbondanti e temporali forti, con raffiche fino a 90 km/h e grandine su Toscana, Emilia-Romagna e Puglia. L’allerta arancione per rischio idrogeologico è scattata in Toscana settentrionale, mentre criticità gialle hanno interessato Umbria, Marche orientali e Lazio. - Nuova perturbazione (25-26 marzo):
La perturbazione n.10 si è rafforzata, generando nubifragi su Calabria, Puglia e Sicilia, con allerte gialle per temporali e rischio idraulico. Il 26 marzo, un nuovo fronte ha esteso le criticità a Abruzzo, Molise e Umbria, con temporali intensi e venti forti. - Fattori aggravanti:
- Ventilazione meridionale: Correnti calde e umide dal Mediterraneo hanno alimentato l’instabilità atmosferica, favorendo l’intensificarsi dei temporali.
- Terreni saturi: Le piogge precedenti hanno reso vulnerabili aree già esposte a frane e alluvioni, come la Calabria e la Puglia.
Impatto cumulativo del maltempo
La sequenza di eventi ha trasformato una normale perturbazione primaverile in un rischio sistemico, con effetti moltiplicatori su:
- Reti idrografiche: Superamento dei livelli critici in fiumi come il Simeto (Sicilia) e il Sangro (Abruzzo).
- Agricoltura: Danni ai raccolti in Puglia e Sicilia, dove le piogge torrenziali hanno compromesso vigneti e uliveti.
- Infrastrutture: Allagamenti in aree urbane, soprattutto in Calabria, dove il rischio idraulico persiste dal 25 al 26 marzo.
Il maltempo come moltiplicatore di rischi ambientali
- Inquinamento idrico e suolo:
Le piogge torrenziali previste in Calabria, Puglia e Sicilia rischiano di trasportare inquinanti agricoli (pesticidi, nitrati) verso fiumi e falde acquifere. Uno studio del WWF (2024) ha dimostrato che il 40% delle acque superficiali del Sud è contaminato dopo eventi meteorici intensi, con ripercussioni sulla catena alimentare. - Erosione costiera e biodiversità:
I venti forti e le mareggiate potrebbero accelerare l’erosione delle spiagge, habitat cruciali per specie come la tartaruga marina (Caretta caretta), già minacciata dal cambiamento climatico. - Agricoltura in crisi:
Le previsioni di nubifragi su Abruzzo e Molise mettono a rischio i raccolti primaverili, con possibili danni economici per i piccoli produttori.
Salute umana sotto stress
- Malattie legate all’acqua:
L’ISPRA avverte che le inondazioni aumentano il rischio di contaminazione batterica (es. Legionella), soprattutto in aree con sistemi fognari obsoleti. - Aria e polveri sottili:
I temporali potrebbero sollevare particolato da terreni aridi, aggravando le condizioni respiratorie (asma, broncopolmonite). - Stress psicologico:
L’ARPA Lombardia segnala un aumento del 15% dei disturbi d’ansia post-eventi meteorici estremi, soprattutto tra gli anziani.
Gli animali non sono immuni
- Fauna selvatica:
Gli animali domestici e selvatici (es. volpi, uccelli) rischiano di rimanere intrappolati o disidratati. - Zootecnia:
Le stalle allagate possono causare malattie trasmissibili (es. leptospirosi), con possibili ripercussioni sulla catena alimentare.
Cosa fare?
- Prevenzione individuale:
- Controllare le grondaie e i sistemi di drenaggio.
- Evitare di bere acqua non trattata dopo le piogge.
- Monitorare gli animali domestici.
- Politiche pubbliche:
- Investire in green infrastructure (es. parchi urbani permeabili).
- Potenziare i sistemi di allertamento meteo, come proposto dal Piano Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico.
Il maltempo non è più un evento isolato, ma un sintomo di un ecosistema in squilibrio. Proteggere l’ambiente significa anche tutelare la salute pubblica. Come ricorda il climatologo Luca Mercalli, “Ogni allerta meteo è un’opportunità per ripensare il nostro rapporto con la natura”.
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