In centinaia in piazza a Milano per chiedere aria pulita
Milano, la seconda città metropolitana d’Italia con quasi 1,4 milioni di abitanti, è da sempre alle prese con il problema dello smog. Questo è dovuto alle numerose fonti di emissione presenti nella regione, che comprendono attività industriali, residenziali, traffico veicolare e allevamenti intensivi. Tale situazione è accentuata dal ristagno dell’alta pressione e dalle particolari condizioni orografiche, che ostacolano la dispersione degli inquinanti atmosferici.
La manifestazione
Sebbene sia possibile resistere senza cibo e acqua per diversi giorni, la mancanza di aria può risultare letale in pochi minuti. Ma mentre cibo e acqua sono regolamentati per legge, l’aria, elemento essenziale alla vita, rimane ancora priva di regolamentazioni adeguate in Italia, soprattutto in Lombardia e soprattutto a Milano. I promotori del presidio “Vietato respirare! Manifestazione per l’aria pulita in Lombardia” in largo Cairoli a Milano, hanno posto l’accento proprio su questo paradosso per chiedere il diritto a respirare aria pulita. Hanno inoltre sottolineato che quotidianamente ci troviamo di fronte a una contraddizione: se l’acqua dal rubinetto assume una colorazione strana ci allarmiamo, se il cibo si deteriora ne denunciamo l’insalubrità, ma quando l’aria che respiriamo ci provoca malattie e difficoltà respiratorie, tendiamo a subire in silenzio.
Si muore più in periferia che al centro
I promotori della manifestazione hanno richiamato l’attenzione su uno studio condotto da ATS Milano che conferma la gravità della situazione: ogni anno a Milano si registrano circa 3000 morti (il 25% dei decessi totali) a causa dell’inquinamento atmosferico derivante dal traffico veicolare. Questo studio evidenzia un’incidenza più elevata di mortalità nelle aree periferiche più trafficate della città, soprattutto tra gli anziani oltre i 65 anni. I tassi di mortalità nelle zone periferiche sono raddoppiati, rendendo Milano un esempio emblematico di questo trend tra i grandi centri urbani italiani.
Le aree distanti dal centro, caratterizzate da una minore presenza di verde, un traffico più intenso e una maggiore concentrazione di anziani, registrano un aumento fino al 60% nei tassi di mortalità. Questa tendenza è attribuita alla combinazione di fattori quali l’inquinamento atmosferico e le condizioni socio-economiche svantaggiate, che influenzano negativamente gli stili di vita, aumentando il rischio di malattie da fumo, obesità e sedentarietà. Tale situazione contribuisce a un incremento significativo della mortalità rispetto alle zone più centrali delle città.
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