Inquinamento a Frosinone: Medici per l’Ambiente invitano ad alzare la guardia
L’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente rilancia l’allarme inquinamento atmosferico a Frosinone, da anni “sotto assedio del rischio di edificazione di un biodigestore” e alle prese con livelli di smog troppo elevati.
A seguito di nuovi documenti presentati alla Regione Lazio in supporto della richiesta di autorizzazione per la realizzazione del biodigestore di 50.000 tonnellate annue di rifiuto umido organico (estensibile a 90.000), l’associazione di camici bianchi torna a ribadire la sua contrarietà al progetto e i rischi alla salute a questo legato.
“Come Medici per l’Ambiente riteniamo che la città non possa sopportare l’impatto del biodigestore per le ormai indiscutibili e note ragioni addotte a salvaguardia della salute della cittadinanza tutta, ma ancor di più degli abitanti residenti in vicinanza dell’area di progettazione”, hanno ribadito i professionisti della salute.
I rischi del biodigestore
Per l’associazione non ci sono dubbi: il biodigestore aggiungerebbe ulteriori polveri sottili ai già alti livelli che si registrano nella zona, andando a gravare ulteriormente sulla salute dei residenti nella zona.
“Esplicitiamo che, a causa delle incomprimibili emissioni fuggitive di azotati e solforati proprie dei biodigestori, le polveri già esistenti si trasformano in particolato secondario, a creare smog fotochimico e, a seguire, aumento della patogenicità per le malattie respiratorie”, dichiarano infatti questi. Nonostante ciò, proprio in questi ultimi tempi assistiamo increduli all’ulteriore e inattesa richiesta di sollecito alla Regione Lazio per l’ottenimento dell’autorizzazione, inoltrata dal proponente in data 17/01/2024. Desta inquietudine e preoccupazione che la Regione Lazio ancora accolga documenti a colmare carenze, quando già da anni il procedimento doveva essere chiuso”, proseguono i Medici per l’Ambiente.
Come fanno sapere ancora questi infatti, il 7 febbraio 2024 è stato redatto e reso pubblico sul box Regionale un nuovo Parere Tecnico, accompagnato da una nuova diffida da parte del proponente, mirata a ottenere l’autorizzazione necessaria.
“È chiaro che si stia configurando fortemente l’attualità del pericolo di concretizzazione di tale industria insalubre per il nostro territorio”, hanno quindi dichiarato dall’associazione.
“Dobbiamo alzare la guardia, ora più che mai. Siamo alla stretta finale di una battaglia per noi Medici per l’Ambiente iniziata quando, a poche ore dalla scadenza dei termini, abbiamo prodotto le memorie relative al progetto del biodigestore all’epoca avviato ad approvazione, con osservazioni e critiche che ancora oggi nonostante anni di proroghe oltre i termini ammessi, non sono riusciti a compensare”, aggiungono i Medici.
Frosinone: continua l’allarme inquinamento
Come confermano le allerte smog che continuano a susseguirsi in questi giorni e i recenti dati sulla qualità dell’aria contenuti in Mal’Aria di città 2024, nella frusinate lo smog è ancora troppo alto.
Nel 2023, con 70 sforamenti su 35 consentiti, Frosinone è il peggior capoluogo d’Italia per il numero di giorni di PM10 oltre i limiti (pari a 50 µg/mc). Non solo, nei primi due mesi del 2024 la città ha già praticamente superato la soglia annuale prevista, registrando (al 24 febbraio) 34 giorni di sforamenti per il PM10.
L’appello dei Medici per l’Ambiente
I Medici per l’Ambiente, ribadendo i rischi “ormai indiscutibili” legati al biodigestore, lanciano un forte allarme sull’inquinamento, sottolineando la necessità di rispetto per i residenti nelle vicinanze dell’area di progettazione e per l’intera cittadinanza di Frosinone.
Rispetto, sottolineano questi, “finora negato a causa dell’avanzamento inesorabile del degrado ambientale, evidente anche per un osservatore superficiale ed evocativo di una condizione di salubrità discutibile e pertanto necessitante di attenzione“.
Gli esperti sottolineano infine la necessità di raccogliere prove incontrovertibili attraverso valutazioni sanitarie respiratorie individuali, analizzando le condizioni di base e confrontandole con quelle dopo il malaugurato l’insediamento del biodigestore.
“Stiamo applicando il protocollo di difesa più potente nell’ambito delle nostre possibilità, con modalità gratuita e volontaria. Abbiamo già eseguito tanti esami spirometrici a riprova del pericolo percepito dalla popolazione”, spiegano i professionisti.
Nella zona c’è un clima di “entusiastica collaborazione e di forte determinazione nel perseguire insieme l’obiettivo”, aggiungono infine dall’associazione.
“Un esempio reale di disponibilità, concretezza e determinazione che parte dal basso, a suffragare un protagonismo attivo e difensivo, senza timore, se non quello di ammalarsi”, concludono quindi i Medici di Famiglia per l’Ambiente.
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