Il negazionismo climatico in tv. Arriva la prima sanzione
Il mondo dei media strizza davvero l’occhio al negazionismo climatico? Soprattutto sui social, ormai da tempo, la stampa “main stream” (non solo italiana) deve difendersi dall’accusa di un racconto non propriamente imparziale degli effetti del cambiamento climatico.
Ma perché si tenderebbe a nascondere, o appunto negare, gli effetti della crisi climatica? La più semplice e scontata delle risposte è rappresentata dal peso delle industrie fossili che con il supporto politico controllerebbero la “verità” da raccontare. Una ipotesi che tra rete e social media genera like, commenti, condivisioni e reazioni indignate. Ma è davvero così?
Cerchiamo di analizzare gli ultimi episodi. Il più discusso è avvenuto nei giorni scorsi dopo la denuncia da parte del fisico del Cnr Antonello Pasini che ha denunciato “un taglietto stratregico” nella sua intervista al Tg1.
Il caso del “taglietto strategico” del Tg1 al fisico del Cnr Antonello Pasini
“Ieri il “maltempo” come prima notizia al Tg1 delle 13.30 – scrive Pasini sui social, condividendo il link dell’intervista andata in onda – però… non ci crederete, ma la mia frase ‘La presenza persistente degli anticicloni africani, impronta digitale del cambiamento climatico nel Mediterraneo, ha caricato la nostra atmosfera di una grande quantità di energia’ ha subito un taglietto strategico ed è diventata ‘La presenza persistente degli anticicloni africani ha caricato la nostra atmosfera di una grande quantità di energia’”.
La replica dei giornalisti del Tg1: nessun bavaglio
La risposta dei giornalisti non si è fatta attendere con una nota stampa. “Il signor Pasini è un professionista importante, grande esperto di questioni climatiche, ed è in questa veste che il Tg1 si avvale spessissimo delle sue riflessioni. Mai, nei suoi numerosi precedenti interventi al Tg1, il signor Pasini è stato censurato relativamente a questioni sul cambiamento climatico, tema di cui il telegiornale si è occupato e si occupa di continuo insieme alla redazione Speciali. Ecco perché il suo post su un’asserita censura in materia di cambiamenti climatici ha sorpreso non poco i giornalisti del Tg1, che lo hanno immediatamente chiamato rassicurandolo sul fatto che nessuno lo aveva voluto imbavagliare”.
“Curiosa – continua la nota – la scelta di Pasini di affidarsi ai social prima di sincerarsi con la redazione del Tg1 su cosa fosse successo e sul perché (come sempre accade quando i commenti sono lunghi rispetto ai tempi previsti del servizio) il suo pensiero non fosse stato riportato integralmente”.
Greenpeace Italia: censurare cambiamento climatico minaccia capacità di affrontare crisi ambientale
“L’episodio di censura che ha coinvolto il fisico del clima Antonello Pasini nel servizio del Tg1 è un segnale profondamente preoccupante, ma non inaspettato. La decisione di rimuovere la parte del suo intervento che collegava le recenti ondate di maltempo ai cambiamenti climatici non è solo un caso di manipolazione mediatica, ma il sintomo di una febbre radicata tra i media italiani, una febbre che minaccia la nostra capacità di affrontare seriamente la crisi climatica”. Così Chiara Campione, responsabile clima di Greenpeace Italia.
“Le ondate di calore estremo che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni sono una testimonianza concreta di questa crisi in corso. Secondo il rapporto “L’estate che scotta” di Greenpeace Italia, negli ultimi quattro anni il numero di italiani esposti a temperature superiori ai 40°C è raddoppiato, colpendo oltre 8 milioni di persone, tra cui bambini e anziani, i più vulnerabili. Ma il dato più inquietante viene dall’ISTAT, che nel suo Rapporto sugli indicatori demografici del 2022 ha evidenziato come i cambiamenti climatici stiano assumendo una “rilevanza crescente anche sul piano della sopravvivenza“. Rileva ancora Chiara Campione, a capo dell’unità Clima di Greenpeace.
Sempre secondo l’esponente di Greenpeace “non stiamo parlando solo di disagi o perdite economiche. Il cambiamento climatico sta diventando una minaccia diretta alla vita delle persone. Questo è il prezzo che stiamo pagando per una politica energetica che rimane ancorata al passato, a un sistema basato sui combustibili fossili che ci sta portando sull’orlo del disastro”.
Cambiamento climatico e copertura mediatica
Greenpeace fa presente anche che l’Osservatorio di Pavia, in collaborazione con Greenpeace Italia, ha denunciato una riduzione significativa della copertura mediatica sulla crisi climatica e un aumento dello spazio dato a chi si oppone alla transizione ecologica.
“Il mondo politico e il governo in particolare, – incalza Campione – completano lo scenario di opposizione alla transizione energetica, come dimostra il recente decreto sulle aree idonee per le rinnovabili, un esempio lampante di come la politica, invece di promuovere il cambiamento necessario, finisca per ostacolarlo. Questo decreto, che dovrebbe facilitare lo sviluppo delle energie pulite, è invece un ulteriore tassello di una strategia che sembra più interessata a proteggere gli interessi dei colossi energetici che a garantire un futuro sostenibile per il nostro Paese”.
In Francia la prima sanzione ad un emittente televisiva per negazionismo climatico
Il dibattito sul negazionismo climatico dei media non è acceso solo in Italia. Ma quanto è accaduto in Francia rappresenta un precedente unico.
CNews, testata televisiva francese del gruppo Canal+ di proprietà di Vincent Bolloré, è stata sanzionata per la diffusione di contenuti negazionisti riguardo al clima. In particolare, durante una trasmissione un ospite ha negato che i cambiamenti climatici siano causati dall’uomo. Una tesi cara ai negazionisti del riscaldamento globale ma smentita da migliaia di studi scientifici. La sanzione è stata imposta poiché il programma non ha previsto alcun contraddittorio. L’organo di vigilanza francese, Arcom ha multato CNews per una cifra di 60mila euro. Questa rappresenta una vittoria storica per chi combatte lo scetticismo climatico nel mondo dell’informazione.
CNews era stata denunciata all’Arcom dall’organizzazione QuotaClimat
L’8 agosto 2023, QuotaClimat, un’organizzazione che si impegna per dare maggiore spazio all’ecologia, al clima e alla biodiversità sui media, ha presentato una denuncia ad Arcom riguardo a una sequenza della trasmissione Punchline Eté, dedicata al mese di luglio 2023, il più caldo mai registrato. Durante questa trasmissione, l’economista Philippe Herlin, sostenitore di Eric Zemmour durante la campagna presidenziale del 2022 e promotore di una lista anti-transizione energetica per le elezioni europee del 2024, ha espresso tesi scettiche sul clima senza alcuna contraddizione.
“Il riscaldamento globale antropogenico è una bugia, una truffa. (…) Non è causato dall’uomo, quello è un complotto, e perché ha così tanto peso? Perché giustifica l’intervento dello Stato nelle nostre vite e lo esonera dal dover ridurre la spesa pubblica. (…) È una forma di totalitarismo ”, ha detto Philippe Herlin dopo un lungo discorso che non ha mai provocato la reazione delle altre persone presenti sul set.
“È la prima volta, in Francia e a livello internazionale, che Arcom o un’altra autorità di regolamentazione emette una sanzione finanziaria per una violazione legata a una questione ambientale”. Lo hanno sottolineato gli attivisti di QuotaClimat.
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