Busan: nessun trattato globale per ridurre la plastica
I negoziati internazionali a Busan, Corea del Sud, per un trattato storico contro l’inquinamento da plastica si sono conclusi senza un’intesa. Nonostante una settimana di discussioni tra quasi 200 nazioni, persistono profonde divisioni che hanno impedito il raggiungimento di un accordo definitivo.
Divisioni tra nazioni
Le divergenze principali riguardano i paesi ad “alta ambizione”, che sostengono misure vincolanti per ridurre la produzione di plastica e eliminare sostanze chimiche dannose, e il blocco di paesi “simili per mentalità”, che preferiscono concentrarsi solo sulla gestione dei rifiuti.
Un testo provvisorio, pubblicato domenica dopo numerosi ritardi, rifletteva una vasta gamma di opzioni, sottolineando il disaccordo persistente. Il Senegal, tramite il delegato Cheikh Sylla, ha proposto di aggiornare la sessione per permettere un maggiore avvicinamento delle posizioni: “Con un’altra sessione potremmo raggiungere un accordo equilibrato”.
Tuttavia, alcuni paesi, come la Francia e il Ruanda, hanno accusato un “piccolo gruppo” di nazioni, principalmente produttori di petrolio come Arabia Saudita e Russia, di bloccare i progressi impedendo tagli alla produzione e obiettivi ambiziosi. “Il Ruanda non può accettare un trattato privo di incisività,” ha affermato Juliet Kabera.
Attivisti e ambientalisti chiedono azioni concrete
Organizzazioni ambientaliste, tra cui il WWF, hanno criticato l’idea di ulteriori negoziati, sostenendo che il tempo per agire è ora. “Sappiamo cosa dobbiamo fare per porre fine all’inquinamento da plastica. Aggiungere altre riunioni non è la soluzione,” ha dichiarato Eirik Lindebjerg, leader della politica globale sui rifiuti plastici del WWF.
Più di 100 paesi supportano l’idea di fissare obiettivi per ridurre la produzione di plastica, ma l’assenza delle due maggiori potenze produttrici, Cina e Stati Uniti, solleva dubbi sulla fattibilità di un accordo ambizioso.
Il futuro del trattato
Nonostante il supporto di oltre 100 paesi a misure per ridurre la produzione di plastica, resta incerta la posizione di Cina e Stati Uniti, i due maggiori produttori mondiali. Delegati come Juan Carlos Monterrey Gómez di Panama hanno sottolineato l’urgenza di un’azione concreta: “La storia non ci perdonerà se lasciamo Busan senza un trattato ambizioso.”
La sessione sarà aggiornata nei prossimi mesi, con la speranza di colmare il divario tra le diverse posizioni e raggiungere un accordo decisivo.
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