Produciamo 250 mln di tonnellate di rifiuti di plastica l’anno. Un quinto finisce nell’ambiente
Uno studio recente sull’inquinamento da plastica pone in allarme. Bottiglie e imballaggi di plastica, mozziconi di sigarette: in un anno, il mondo produce circa 250 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Gran parte di questi finisce in discarica ma solo una parte viene riciclata. Il 21% di tutti i rifiuti di plastica non viene gestito, non arriva mai in discarica o in un impianto di riciclaggio. La maggior parte di questi rifiuti non gestiti – il 57%, un quinto del totale – vengono bruciati all’aperto, creando un inquinamento atmosferico mortale. È quanto emerge da un recente studio pubblicato sulla rivista “Nature” da un gruppo di esperti dell’Università di Leeds.
La plastica bruciata nell’ambiente: India, Indonesia e Russia tra i maggiori responsabili
Lo studio evidenzia che diversi Paesi del Sud del mondo sono tra i maggiori responsabili dei rifiuti di plastica che finiscono nell’ambiente, sfuggendo ai sistemi di raccolta e smaltimento.
I comuni indiani hanno bruciato circa 5,8 milioni di tonnellate di plastica nel 2020, mentre l’Indonesia circa 1,9 milioni di tonnellate. Anche la Russia entra nella top five, bruciando all’aperto oltre 1,4 milioni di tonnellate di plastica nello stesso anno.
I ricercatori hanno raccolto i dati di oltre 500 comuni nel mondo, che rappresentano più del 12% della popolazione globale. Per ogni città, hanno utilizzato i dati ufficiali e fatto delle indagini per capire dove finiscono i rifiuti di plastica. Hanno poi utilizzato metodi statistici per stimare il destino della plastica in più di 50.000 luoghi in tutto il mondo. Il risultato è un “inventario” preciso di ciò che accade ai milioni di tonnellate di rifiuti di plastica che l’uomo utilizza ogni anno. Circa 1,5 miliardi di persone soprattutto del sud del mondo non dispongono di servizi urbani per la raccolta dei rifiuti. In assenza di un sistema di raccolta dei rifiuti da parte del governo, molte di queste persone seppelliscono i loro rifiuti di plastica, li gettano nei fiumi o semplicemente li bruciano.
I fumi tossici favoriscono malattie cardiache, disturbi respiratori e neurologici
Bruciare i rifiuti di plastica all’aria aperta- spiegano i ricercatori – favorisce malattie cardiache, disturbi respiratori e problemi neurologici. La combustione della plastica genera inquinamento da particolato fine che causa circa 7 milioni di morti all’anno. Inoltre, rilascia monossido di carbonio, cianuro di idrogeno e altre sostanze chimiche tossiche che possono sviluppare cancro, problemi polmonari e disturbi per i nascituri. Il Washington Post, citando lo studio pubblicato su “Nature” afferma che “nonostante la produzione di una grande quantità di rifiuti plastici, gli Stati Uniti hanno un basso tasso di combustione della plastica, grazie al loro sistema di smaltimento dei rifiuti”.
I rifiuti di plastica finiscono nei corsi d’acqua e nell’ambiente
“Questo studio sottolinea che i rifiuti di plastica non raccolti e non gestiti sono i maggiori responsabili dell’inquinamento da plastica. Dare priorità a una gestione adeguata dei rifiuti è fondamentale per porre fine all’inquinamento da plastica”, sottolinea Chris Jahn, segretario del Consiglio dell’International Council of Chemical Associations.
Anche i rifiuti di plastica non gestiti che non vengono bruciati e finiscono nei corsi d’acqua e nell’ambiente possono danneggiare la salute umana. Alcuni soffocano gli animali penetrando nei loro polmoni e tessuti. Altri detriti vengono scomposti dal vento, dalla pioggia e dalla luce ultravioletta. Questo finisce per trasformare i pezzi di plastica più grandi in microplastiche che sono state trovate nell’aria e nel corpo umano con implicazioni pericolose per la salute.
I ricercatori sperano che il loro studio possa aiutare ad individuare i Paesi maggiormente responsabili dei pericolosi rifiuti di plastica e a impedire che questi si riversino nell’ambiente o vengano bruciati per il bene di tutti.
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