Loading Now

In Norvegia cetacei a rischio per inquinamento acustico

In Norvegia cetacei a rischio per inquinamento acustico

L’aumento di inquinamento acustico rappresenta un grave pericolo per la biodiversità marina, in particolare per i cetacei che popolano i fiordi norvegesi. Secondo la biologa Heike Vester, che studia l’ecosistema del Vestfjorden da oltre due decenni, il livello di rumore subacqueo nella regione è aumentato in modo drammatico, interferendo con le capacità vitali di questi animali, tra cui l’ecolocalizzazione necessaria per comunicare, nutrirsi e navigare.

L’impatto dell’inquinamento acustico

Il rumore generato da imbarcazioni turistiche, navi commerciali, operazioni di esplorazione petrolifera e attività militari sta trasformando il paesaggio acustico sottomarino. In particolare, le airgun sismiche utilizzate per le ricerche di petrolio e gas producono esplosioni sonore che si propagano per chilometri, uccidendo il plancton in un raggio di 1,2 km a ogni detonazione. Questo fenomeno crea vere e proprie “zone morte” per gli organismi alla base della catena alimentare dei cetacei, come le balenottere azzurre.

“La perdita di plancton non solo priva le balene di una risorsa alimentare critica, ma modifica l’intero ecosistema marino,” spiega Vester. Studi recenti indicano inoltre che i rumori forti possono alterare il comportamento di specie come i narvali, compromettendone la capacità di cercare cibo, aumentando il rischio di spiaggiamenti di massa.



Ap-set-banner-Ambiente-in-Salute-728x90-1 In Norvegia cetacei a rischio per inquinamento acustico
Ap-set-banner-Ambiente-in-Salute-240x400-2 In Norvegia cetacei a rischio per inquinamento acustico

Cetacei “accecati” dal rumore

A differenza degli esseri umani, i cetacei si affidano al suono per percepire l’ambiente. L’inquinamento acustico equivale a un’interferenza visiva che li “acceca”, rendendo difficile individuare prede e riconoscere segnali di pericolo. “È come accendere una luce intensa in una stanza buia: il disorientamento è immediato,” afferma Vester.

Le registrazioni effettuate dalla biologa nel Vestfjorden mostrano come il rumore delle imbarcazioni possa coprire i richiami dei cetacei e ridurre significativamente le loro possibilità di alimentarsi. “Ogni volta che il rumore delle barche aumenta, le balene smettono di nutrirsi,” aggiunge.

Ritorno delle balenottere azzurre: un segnale positivo

Nonostante le numerose minacce, c’è una nota positiva: il ritorno delle balenottere azzurre nei fiordi norvegesi. Questi cetacei, che erano stati portati sull’orlo dell’estinzione dalla caccia, mostrano segni di ripresa grazie alle protezioni introdotte nel 1966. Negli ultimi anni, sono stati osservati individui nel Vestfjorden, segno che stanno rioccupando le loro tradizionali aree di alimentazione. Tuttavia, Vester avverte che il loro futuro dipende dall’adozione di misure per ridurre l’inquinamento acustico.

Misure urgenti per la tutela degli ecosistemi

Tra le soluzioni proposte, la riduzione del numero di imbarcazioni, lo sviluppo di navi più silenziose e la regolamentazione delle attività vicine agli habitat dei cetacei sono considerate priorità. L’inquinamento acustico, a differenza di quello chimico o plastico, può essere eliminato rapidamente. “Basta spegnere i motori, e il rumore scompare,” sottolinea Vester.

Interventi immediati

La sfida dell’inquinamento acustico richiede interventi immediati per garantire la sopravvivenza dei cetacei e la stabilità degli ecosistemi marini. Il caso del Vestfjorden è un esempio emblematico di come l’attività umana possa alterare profondamente gli equilibri naturali, ma anche di come sia possibile invertire questa tendenza con azioni mirate e coordinate.

Share this content: